Il mio scopo

Lo scopo di questo blog, che è uno dei tanti che si prefiggono questo fine, è quello di diffondere ed informare i lettori di quello che avviene (e che è avvenuto) nel nostro amato paese, soprattutto nell'ambito politico, e di porre le basi per alcune riflessioni sulla vita dell'italiano medio. Questo blog trae molti spunti dal blog di Beppe Grillo, un uomo che merita molto di più di quello che gli viene dato (discorso che vale per molte altre persone), io cercherò di filtrare le cose più interessanti, anche se sarà veramente difficile, dato che queste sono molte.
Cercherò di pubblicare con regolarità notizie sul nostro bel paese, con la speranza che un giorno si possa essere trattati come cittadini e non come alberi dei soldi.
Vi auguro una buona lettura!

Le mie frasi importanti

"Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato."
"Non può piovere per sempre"
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venerdì 1 ottobre 2010

The Bordello State - By James Walston - tradotto in italiano

Premessa: Il seguente articolo serve per far capire cosa ne pensino dell'Italia e di Berlusconi all'estero. E' tratto dal Foreign Policy, che è una delle più importanti riviste trattanti temi politici, economici e similari. E' una rivista seguitissima da tutte le elite politiche ed economiche. In sintesi è una rivista piuttosto importante a livello mondiale.

Lo Stato Bordello
Il declino dell'Italia sotto il premier Silvio Berlusconi.
Di JAMES WALSTON, da FOREIGN POLICY | 14 SETTEMBRE 2010













Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!


Citare Dante, lo ammetto, è l'ultima risorsa di un briccone, o quantomeno di uno scriba indolente. Ma questa citazione dal Purgatorio* è troppo appropriata per non usarla. Ahi serva Italia è anche il titolo di un libro di Paolo Sylos Labini, pubblicato postumo nel 2006; Sylos Labini non è stato solo uno dei più illustri economisti italiani, ma anche un uomo di assoluta integrità che si è sistematicamente e molto apertamente rifiutato di venire a patti col Potere (anche quello con la “p” minuscola). Il suo ultimo lavoro descriveva, analizzava e criticava l'Italia di 5 anni fa. “Perchè siamo caduti così in basso?” chiedeva. “Esorto i miei concittadini ad un inflessibile esame critico della nostra coscienza civica se vogliamo risollevarci dall'abisso.” Il suo appello era più o meno la difesa, da parte di un economista, dell'economia di mercato e delle sue regole, che difendono la comunità dal potere politico ed economico privo di limitazioni. I massicci conflitti di interesse di Silvio Berlusconi, miliardario e primo ministro, hanno fatto di queste regole una beffa.

L'Italia di oggi è stata squassata anche da altre tempeste interne, e ovviamente da quelle economiche internazionali; da allora, le residenze del primo ministro sono diventate bordelli – e non solo metaforicamente. Soprattutto, la nave dello stato è sul punto di trovarsi senza timone. Allora non sono io l'unico in Italia a citare Dante in questi giorni.

Fin dalla fine di luglio non c'è stata una chiara leadership, ma nelle ultime due settimane la mancanza di direzione è diventata parossistica. Per la maggior parte di Agosto Berlusconi ha minacciato di anticipare le elezioni per costringere Gianfranco Fini – l'alleato ribelle che in luglio ha rotto con il primo ministro e ha formato un proprio partito – e i suoi sostenitori all'obbedienza. Poi, quando i sondaggi hanno mostrato che gli unici veri vincitori in una votazione anticipata sarebbero stati Umberto Bossi e la Lega Nord – e, peggio ancora, che c'era una buona probabilità che Berlusconi non ottenesse la maggioranza in senato – ha fatto marcia indietro. Negli ultimi giorni, i suoi interventi pubblici parlano ancora di “altri tre anni per portare a termine le Grandi Riforme.” L'obiettivo immediato è far approvare una mozione a supporto di un piano a cinque punti riguardante l'economia, il sud, il federalismo fiscale, la giustizia, e la sicurezza. Il problema più controverso è la giustizia, che per Berlusconi significa concedersi l'immunità nei processi (“per poter continuare le attività di governo,” secondo lui). La decentralizzazione dei poteri economici è fondamentale per la Lega Nord, ma altri nel centro-destra temono che le regioni più povere della nazione perderanno il supporto dello stato.

Berlusconi si vanta continuamente che la politica estera da lui personalmente gestita sia l'invidia dell'Europa, ma in realtà è controproducente tanto quanto la sua politica interna. La settimana scorsa ha approfittato della propria presenza al Global Policy Forum organizzato dal Cremlino a Yaroslav, in Russia, per lanciare una frecciata a Fini (senza farne il nome), dicendo che qualcuno aveva creato delle “aziendine politiche” in Italia; poi si è lamentato per l'ennesima volta dei “giudici comunisti” che impediscono di governare a lui e ai suoi alleati; e infine, a coronare il suo affettuoso benvenuto al dittatore della Libia Muammar Gheddafi di due settimane fa, è arrivata la notevole affermazione che i suoi ospiti, il primo ministro Vladimir Putin e il presidente Dmitry Medvedev, siano un “un dono di Dio per la democrazia” (peccato che The Economist l'avesse già battuto sul tempo con un cartone animato che mostra quanto Putin realmente ama la democrazia e la stampa). Persino più imbarazzante è stata la notizia che una delle lance donate dall'Italia alla guardia costiera libica ha mitragliato una nave da pesca italiana.

Nel frattempo, le disgrazie di Berlusconi in patria si moltiplicano. Il direttore del suo Il Giornale, Vittorio Feltri, questa settimana ha criticato il primo ministro per la sua indecisione e leadership inefficace. Peggio ancora, il suo livello di gradimento personale è al 37% (4,9% in meno rispetto a giugno), e quello del suo Popolo delle Libertà è al di sotto del 30% (rispetto al 33,2% di giugno e al 37,4% delle elezioni del 2008), secondo un sondaggio dei primi di settembre. Alla fine del mese, quando la Camera dei Deputati discuterà e voterà sul piano a cinque punti, sapremo se la proposta degli “altri 3 anni” ha qualche speranza. Intanto, sembra che il primo ministro si stia dando allo shopping, nella speranza di trovare degli indipendenti per riempire il vuoto lasciato da chi è passato a Fini – gliene servono 19 per avere una maggioranza solida.

Se c'è qualcuno che può riuscire in quest'impresa, è Berlusconi. Considerate le sue risorse finanziarie e mediatiche, assieme ad altre forme di clientelismo politico, c'è ben poco che non possa offrire. È un esperto nel convincere i parlamentari a passare dalla sua parte, come dimostrano alcune recenti rivelazioni circa la cosiddetta P3. (La P3 è una presunta setta segreta i cui membri agivano tre anni fa tentando di promuovere gli interessi pubblici e privati di Berlusconi con mezzi poco leciti). Una delle accuse sostiene che alla fine del 2007, durante un altro periodo di compravendita politica, la P3 ha cominciato a distribuire denaro e favori nel tentativo di provocare la caduta del governo di sinistra di Romano Prodi, la cui coalizione puntualmente si è sfaldata nel gennaio 2008.) Ma le rivelazioni delle sue mosse per costringere Prodi alle dimissioni sono di per sé una prova dei cambiamenti occorsi da allora nella politica italiana. A differenza di altre occasioni simili, in cui i politici incriminati si dimostravano molto silenziosi, sembra che la maggior parte degli accusati stia cantando come se fosse alla Scala – il che fa pensare a dei ratti in fuga da una nave che affonda.

È un peccato che Berlusconi sia così preoccupato della propria sopravvivenza, perchè il suo paese è in un mare di guai. Il relativo declino dell'Italia è cominciato quasi 20 anni fa, quando si è visto chiaramente che l'economia non era in grado di affrontare le nuove sfide della globalizzazione, eppure ogni anno i grafici della produzione calano rispetto all'Europa, e naturalmente alla Cina e alle altre economie emergenti. La settimana scorsa l'OCSE – il think tank dei paesi sviluppati – ha calcolato che il PIL della nazione scenderà dello 0,3% nel terzo trimestre (facendo dell'Italia l'unico paese del G7 con indice di crescita negativo) e risalirà di un misero 0,1% nel quarto trimestre. Il World Economic Forum ritiene che una vera ripresa non sia ancora cominciata e colloca l'Italia al 48° posto sulla graduatoria della competitività globale, al di sotto della Lituania e sopra al Montenegro. La disoccupazione giovanile ha raggiunto il 29,2% questo maggio, il 4,7% in più rispetto a maggio dell'anno scorso. Il ministro per lo sviluppo economico di Berlusconi ha dato le dimissioni quattro mesi fa e non è ancora stato sostituito. E con l'inizio dell'anno scolastico gli insegnanti si stanno mettendo sul sentiero di guerra per i tagli al bilancio, proprio come la polizia. Ci sono problemi in abbondanza da affrontare, ma l'Italia è una nave sanza nocchiero.

E così, l'Italia è di nuovo serva, come diceva Dante 700 anni fa? Ed è ancora un bordello invece che donna di province? Il nuovo libro di un ricercatore dell'università di Princeton sostiene decisamente l'ipotesi del bordello. In La libertà dei servi, Maurizio Viroli scrive che l'Italia ha avuto successo “nell'esperimento politico di trasformare, senza violenza, una repubblica democratica in una corte con al centro un signore feudale circondato da una pletora di cortigiani, ammirati e invidiati da una moltitudine di gente dallo spirito servile.”

Nel Rigoletto di Verdi il protagonista maledice i cortigiani con la sua meravigliosa aria “Cortigiani, vil razza dannata!”, ma oggi sono i cortigiani a reggere le briglie. Perfino Fedele Confalonieri, probabilmente il miglior amico e socio di Berlusconi, nel 2004 lo ha descritto come “un despota illuminato … un Ceausescu buono, ma decisamente anomalo come politico democratico.” Sei anni dopo, con un sistema elettorale modificato che rende tutti i parlamentari indebitati nei suoi confronti e un nuovo, più grande partito sotto il suo totale controllo, la citazione è ancora più appropriata.

La scorsa settimana, una deputata di centro-destra nel gruppo di Fini ha accusato alcune delle sue colleghe parlamentari di essersi prostituite per entrare in parlamento. Ha ritirato immediatamente la frase (anche se un deputato del partito di Berlusconi ha detto che non ci vedeva niente di sconveniente), ma in ogni caso Veronica Lario, la seconda moglie di Berlusconi, e il think tank di Fini, FareFuturo, avevano espresso la stessa ipotesi in aprile dello scorso anno. Il vero problema, comunque, non è che alcune donne siano entrate in parlamento passando per una camera da letto; è che uomini e donne, giornalisti e professionisti, hanno rinunciato alle loro menti e ai loro principi, più che ai propri corpi.

C'è una buona ragione se qui si cita spesso Dante.


* La versione originale di questo articolo riportava la citazione iniziale come se fosse presa dall'Inferno di Dante.


Traduzione di Bruno Levorato

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