Il mio scopo

Lo scopo di questo blog, che è uno dei tanti che si prefiggono questo fine, è quello di diffondere ed informare i lettori di quello che avviene (e che è avvenuto) nel nostro amato paese, soprattutto nell'ambito politico, e di porre le basi per alcune riflessioni sulla vita dell'italiano medio. Questo blog trae molti spunti dal blog di Beppe Grillo, un uomo che merita molto di più di quello che gli viene dato (discorso che vale per molte altre persone), io cercherò di filtrare le cose più interessanti, anche se sarà veramente difficile, dato che queste sono molte.
Cercherò di pubblicare con regolarità notizie sul nostro bel paese, con la speranza che un giorno si possa essere trattati come cittadini e non come alberi dei soldi.
Vi auguro una buona lettura!

Le mie frasi importanti

"Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato."
"Non può piovere per sempre"
"El pueblo unido jamás será vencido"
"In tempi di menzogna universale, dire la verità diventa un atto rivoluzionario"

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In data 01/07/2010 è stato finalmente attivato il nuovo Forum di Libera Voce. Il Forum è uno strumento indispensabile per avere una più vasta e chiara comunicazione tra di noi, è un forum molto ampio e si può discorrere di una immensa vastità di argomenti a vostra scelta! Qui posso solo scrivere le notizie e voi potete solo scrivere commenti, senza però che sia possibile una effettiva e completa discussione. Quindi vi aspetto calorosamente sul nuovo forum, anche in attesa di preziosi suggerimenti per il suo miglioramento.

venerdì 22 aprile 2011

Auto Blu, l'attacco al Movimento 5 Stelle piemontese

Girando tra i blog si trovano spesso notizie parzialmente documentate. Oggi mi concentrerò su un caso che ancora viene proposto, ma che ormai ha diversi mesi di vita.
Il caso "Auto Blu".

L'articolo che gira è sempre lo stesso.
L'ultimo doppione uscito è su nocensura.com

Sostanzialmente si sostiene che i "grillini" (che brutto termine) del consiglio regionale piemontese si stanno adattando al modo attuale di fare politica. Li si attacca dicendo che vogliono dare un'auto blu a tutti i consiglieri, quindi li si accusa di sfruttare ed anzi aumentare i privilegi della "casta".
Ma tutto ciò è vero? Ovviamente no.

Cosa vogliono in realtà fare i consiglieri regionali piemontesi?
Vogliono semplicemente attivare un sistema che consenta il risparmio di milioni di euro di soldi pubblici. Come?
Lascio alle loro parole ed iniziative (scarsamente pubblicate e pubblicizzate) la spiegazione.

Iniziativa:
“Il Movimento 5 Stelle Piemonte promuove una Petizione di liberi cittadini per chiedere al Consiglio Regionale di assumere le necessarie iniziative affinché vengano approvate con la massima sollecitudine possibile le proposte atte alla riduzione degli stipendi dei Consiglieri regionali e della Giunta della Regione Piemonte

lunedì 14 marzo 2011 ore 21.00
EUROPISTA
via R.Wagner 38/D Alessandria, AL

Con la presente petizione i sottoscritti, elettori del Piemonte, vogliono porre all’attenzione del Consiglio Regionale la necessità della riduzione dei costi della
politica, partendo in primis dalla riduzione degli stipendi dei Consiglieri, riducendo le indennità ed i rimborsi spese, eliminando i gettoni di presenza ed il vitalizio dopo 5
anni, portando complessivamente detti stipendi al livello degli omologhi eletti in altri Paesi europei.

I costi della politica sono sempre maggiori, totalmente slegati dalla situazione di crisi
economica e dai risultati ottenuti dagli amministratori: i rimborsi elettorali per
mantenere le gigantesche strutture dei partiti, i doppioni degli enti di amministrazione e
di gestione del territorio, gli stipendi dei dirigenti e dei politici regionali e nazionali e
soprattutto i privilegi degli stessi che già godono di trattamenti economici nettamente
superiori alla media della popolazione.

Si è poi chiarito che non è vera l’equazione “stipendi più alti, minor corruzione”, perché
nel malcostume dilagante di campagne elettorali sempre più faraoniche, basate più
sull’immagine che sui contenuti, larga parte dei “costi” della politica vengono risucchiati
dal marketing politico. Ormai i partiti da strumenti di partecipazione dei cittadini alla vita
politica, ex art. 49 della Costituzione, sono diventati delle strutture gerarchiche e
burocratiche che mantengono il consenso ed il controllo politico.

La politica non deve essere considerata una professione che genera reddito nè rendita
di posizione, ma un servizio alla cittadinanza da svolgersi al massimo della propria
professionalità temporaneamente per poi tornare al proprio mestiere.

Per questo i seguenti sottoscrittori chiedono la riduzione degli stipendi dei Consiglieri
regionali e della Giunta della Regione Piemonte, con le seguenti modifiche alle leggi
attualmente vigenti (l.r. 4/1972 e successive modifiche e l.r. 24/2001 e successive
modifiche):
- riportare le indennità dei Consiglieri alla prima determinazione del 1972, cioè il 55% delle indennità dei parlamentari italiani (che sono già tra le più alte d’Europa) per un
totale di 6437 Euro lordi mensili contro gli oltre 9000 attuali;
- ridurre le indennità di funzione aggiuntive a partire dal Presidente della Giunta e degli Assessori;
- sopprimere i gettoni di presenza di circa 122 Euro a seduta, in quanto non esiste ad oggi professione che percepisce uno stipendio mensile ed un gettone di presenza;
- sopprimere i rimborsi forfetari;
- ridurre i rimborsi spese chilometrici (passando da 0,46 eurocent al km, a 0,30 eurocent, corrispondente al corrispettivo ACI per un auto più piccola e più ecologica, ad
esempio classe C a benzina/gpl)
- sopprimere il vitalizio, variabile dai 3000 € mensili dopo 5 anni di mandato fino ai 9000 € dopo 20 anni di mandato.

Il computo totale per un Consigliere regionale che prima poteva prendere da un minimo di 7500 € ad un massimo di 16000 € netti mensili, ora passerebbe da circa 3000 € netti
al mese ad un massimo di circa 6600 €. Il risparmio totale stimato in 5 anni è di oltre 70 milioni di euro, e cioè oltre 6 milioni di € l’anno per i Consiglieri e la Giunta in carica,
più i 7,6 milioni di euro annui tagliati dai vitalizi degli ex-Consiglieri.
Tutto questo premesso, i sottoscritti elettori con questa petizione, chiedono al Presidente del Consiglio Regionale, di assumere le necessarie iniziative affinché vengano
approvate, con idonei provvedimenti e con la massima sollecitudine possibile, le suddette proposte.”

Parole di Davide Bono (consigliere regionale):
"Ogni mese, ad ogni consigliere regionale che abita distante da Torino, spettano rimborsi per le spese di viaggio dalla propria residenza al consiglio regionale in valori da 0,48 €/km. Quindi per chi risiede ...a 200 km di distanza e autocertif...ica 30 missioni mensili può arrivare a 6.000 (seimila) euro. Per chi risiede a 100 km di distanza già più frequente (pensate solo novara e cuneo e alessandria o bardonecchia) e autocertifica 20 missioni mensili arriva a 2000 € al mese. Naturalmente in aggiunta al già lauto stipendio base. Se facciamo un rapido conto significa che un consigliere regionale che abita a 100 km e autocertifica il giusto percepisce su base annua 24 mila euro che moltiplicati per i 5 anni del mandato fanno 120 mila euro, mentre uno che risiede a 200 km e autocertifica 30 missioni (VISTO CHE SUCCEDE) percepisce all'anno 72 mila euro e in cinque anni la folle cifra di 360.000 (trecentosessantamila) euro. Credo che con questa cifre potremmo tranquillamente comprare una berlina di classe C e avanzare decine e decine di migliaia di euro o in alternativa comprare i nuovi SUV Alfa per dare un po' di credito al Marchionne di turno. : ) L'emendamento presentato chiedeva quindi che nel caso in cui se ne ravvisasse la convenienza economica, tali stratosferici rimborsi vengano sostituiti dall'acquisto di un'auto. NATURALMENTE i consiglieri del popolo della libertà e del PD, lega si son fatti due conti in tasca e hanno preferito tenersi il rimborso medio da 120 mila a 360.000 euro Ovviamente noi saremmo al limite per rimborsare le spese al km nell’ordine di 0,30 cent al km dalla propria residenza alla stazione ferroviaria di grande percorrenza più prossima (torino-cuneo; torino-piacenza; torino-milano; aosta-chivasso) più rimborso dell’abbonamento mensile del treno una volta che gli stipendi siano ridotti nettamente. Finchè sono 7500 € netti minimi al mese penso che si possano pagare le spese di viaggio. Penso che i consiglieri dovrebbero essere i primi a prendere i mezzi pubblici per motivi economici, sociali e culturali. Il consigliere Biolè ha l’abbonamento mensile del treno da Cuneo e prende l’auto solo in caso di serate fuori casa, al cui termine non vi sono più mezzi pubblici. Costo: 90 € mensili. Io, ovviamente, in Torino mi muovo in bicicletta. E per impegni fuori Torino prendo il treno ovunque ciò sia possibile. Saluti. Davide Bono"

giovedì 21 aprile 2011

Non c'è più vergogna in Italia

E' un bel pezzo che non scrivo qualcosa...ormai 6 mesi sono passati...
In questi sei mesi nulla è cambiato, e anzi si preferisce andare sempre più in basso.
Berlusconi è ancora là, le sue leggi salva-sedere vengono costantemente votate ed approvate e i suoi ministri vergogna, vecchi e nuovi, continuano a lavorare incessantemente per portare il paese allo sbaraglio.




Riepiloghiamo qualche evento di questa Italia senza vergogna e senza spina dorsale:

- Berlusconi rimane al potere, grazie ai suoi soldi e alla bassissima moralità dei parlamentari italiani.
- Bocciato parzialmente il legittimo impedimento, guai in vista per il premier che dovrà affrontare i suoi processi.
- Scoppia lo scandalo Ruby; inizia la controffensiva del premier e dei suoi adepti contro la magistratura. La macchina del fango inizia a lavorare più che mai.
- Iniziano i lavori per la vergognosa "Riforma della giustizia". Secondo il premier e i suoi schiavetti, i magistrati devono stare sotto il potere dell'esecutivo, decretando sostanzialmente la fine dell'indipendenza della giustizia.
- Viene sostanzialmente dichiarata la morte delle energie rinnovabili in Italia, dal ministro Romani.
- Un segno premonitore si abbatte sull'Italia dal Giappone, la tragedia di Fukushima riapre gli occhi agli italiani. Il governo trema, il suo nucleare (abbandonato nell'87 con un referendum) rischia di non decollare.
- Iniziano a comparire delle proposte di legge alquanto strane: dalla legge che prevede l'abolizione del reato di apologia del fascismo alle leggi salva-premier.
- Ovviamente anche quest'anno i politici si aumentano gli stipendi di 1.100 euro.
- Comincia pure la guerra in Libia, in cui prontamente interveniamo in barba al trattato di amicizia firmato dallo stesso Berlusconi nel 2008, ma soprattutto in barba all'articolo 11 della nostra Costituzione:
"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."


Finiamo quindi ai giorni recenti:

- Approvata alla camera la legge della prescrizione breve (pro-Berlusconi)
- Approvata al senato la legge allunga processi (pro-Bersulsconi)
- Intanto riprendono i vari processi del premier e comincia il processo Ruby
- Il gruppo parlamentare dei Responsabili inizia ad avanzare delle pretese, vuole 3 ministeri. Si inizia con tale Saverio Romano, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
- Emendamento alle leggi pro-nucleare che farà saltare il quesito referendario sul nucleare, mettendo a rischio il quorum per il referendum del 12-13 giugno di quest'anno, il quale, oltre al quesito sul nucleare ha altri 3 quesiti, 2 che riguardano l'acqua pubblica e 1 che riguarda il legittimo impedimento.
- Intanto compaiono a Milano i manifesti anti-magistratura: "Via le BR dalle procure". L'autore è un candidato consigliere comunale del PDL, tale Roberto Lassini. Nessuno del PDL dice nulla fino a quando il presidente Napolitano dice la sua. Allora iniziano a prendere le distanze persone come la Moratti, Berlusconi tace, i parlamentari del PDL invece difendono Lassini.
-Ultima mirabolante avventura del PDL è la proposta di tale Remigio Ceroni di modificare l'articolo 1 della Costituzione italiana.

Ora:
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

In futuro:
"L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralità del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare espressa mediante procedimento elettorale"

Prove di dittatura o perfezionamento della dittatura?

In tutto questo marasma di avvenimenti, forse la metà sono stati raccontati dai mass media in mano al premier, la popolazione è inconsapevole di quello che avviene, o è consapevole solo da mezzi di parte, che inevitabilmente finiranno per plasmare le coscenze secondo gli ideali diffusi senza sosta ogni giorno.
E mentre tutti continuano a vivere beatamente, pensando che più o meno stiamo bene, i politici vergogna continuano a svolgere le loro malefatte senza che vengano divulgate.
Quando poi tutto il castello crollerà, forse le persone si sveglieranno, e capiranno (anche se ormai sarà troppo tardi) che incentivare tutto questo è stato un errore fin dall'inizio.
Permettere a chi ci governa di fare quello che vuole sulla nostra pelle è un errore madornale, che tutti devono capire e contrastare.

Non c'è più vergogna in Italia.

giovedì 7 ottobre 2010

Università - la situazione di Padova

In quanto ex-studente di Ingegneria all'Università di Padova e in quanto ancora iscritto al forum di Ingegneria oggi mi è arrivata nella mail questo messaggio, scritto dal Preside della Facoltà.









Cari studenti della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova,

come Preside della Facoltà nella quale vi apprestate a intraprendere o a proseguire il percorso formativo che costituirà la base della vostra futura attività professionale, desidero informarvi sul particolare momento che sta vivendo la nostra Facoltà e, più in generale, l’intera Università italiana.

La Facoltà di Ingegneria di Padova, una delle prime in Italia con oltre 200 anni di storia alle spalle, eroga attualmente 12 Corsi di Laurea Triennale, 17 Corsi di Laurea Magistrale e 1 Corso di laurea quinquennale a ciclo unico.

Gli studenti iscritti sono complessivamente oltre 11000 e il numero di nuovi allievi annualmente in ingresso si aggira attorno a 2500, in costante crescita negli ultimi anni.
L’attrattività del percorso formativo ha varie motivazioni: non ultima, la buona prospettiva di collocazione sul mercato del lavoro, in Italia e all’estero.

Le risorse di docenza sulle quali la Facoltà può contare sono oggi costituite da 116 Professori Ordinari, 122 Professori Associati e 140 Ricercatori (per un totale quindi di 378 unità), i quali hanno consentito alla Facoltà di predisporre un'offerta formativa ampia, qualificata e bene articolata, nonostante le limitazioni nella quantità delle risorse disponibili.

Infatti, una parte significativa delle attività didattiche è stata finora svolta dai docenti come compito aggiuntivo rispetto ai propri doveri istituzionali e il motivo che li ha indotti ad assumersi questi impegni non è certamente la retribuzione ulteriore, visti i compensi esigui e talora assenti.

La situazione è purtroppo molto cambiata negli ultimi mesi, a seguito innanzi tutto delle forti perplessità e riserve espresse dalla Facoltà su alcuni contenuti del DdL 1905 “Norme in materia di organizzazione delle Università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario“. Tale provvedimento è stato già approvato dal Senato ed è oggi all’esame della Camera.

In particolare, i Ricercatori a tempo indeterminato attualmente in servizio (e non solo loro) hanno manifestato grande preoccupazione per il fatto che l’introduzione della nuova figura di Ricercatore a tempo determinato possa limitare fortemente le loro possibilità di progressione di carriera.

Conseguentemente, 106 Ricercatori della Facoltà, in segno di protesta hanno dichiarato la propria indisponibilità ad assumere la titolarità di insegnamenti, poiché ciò non è previsto dai loro doveri istituzionali.

Un forte sdegno si è poi diffuso tra tutti i docenti anche a causa della recente manovra finanziaria varata dal Parlamento: infatti, nella parte relativa all'Università, i provvedimenti previsti si traducono in una penalizzazione a carattere permanente, molto superiore a quanto accade per altre categorie, con effetti che si ripercuoteranno addirittura sul trattamento di fine rapporto e sul trattamento pensionistico.

Tutto ciò si aggiunge agli altri interventi attuati negli ultimi anni (blocco del turn-over, taglio del Fondo di Finanziamento Ordinario, riduzione dei fondi di ricerca ministeriali, rallentamento delle procedure concorsuali), che comportano uno svilimento del ruolo dell'Università e della figura del docente universitario.

In questa situazione di estremo disagio, circa 90 Professori Ordinari e Associati hanno dichiarato di non voler sostenere compiti didattici aggiuntivi rispetto a quelli istituzionali, già a partire dall’Anno Accademico che è appena iniziato.

Un’ulteriore conseguenza negativa della recente manovra finanziaria e più in generale del clima che si è instaurato nell’Università italiana, è il gran numero di pensionamenti anticipati, che rendono ancor più critico il mantenimento dell’offerta didattica.

Pertanto, la Facoltà di Ingegneria ha con rammarico dovuto prendere atto che, anche a Padova come in molte altre Sedi, i Manifesti degli Studi per l’A.A. 2010/11, a suo tempo approvati in base alla usuale disponibilità dei docenti, risultano non più sostenibili nei termini a suo tempo previsti.

Ponendosi quindi l’obiettivo primario di attivare tutti i Corsi di Laurea, per non venir meno all’impegno assunto da un lato con gli studenti e le loro famiglie, dall’altro con il mondo produttivo che ha sempre accolto con favore i laureati in Ingegneria a Padova, sono stati pianificati una serie di interventi di emergenza, limitati all’offerta formativa del corrente Anno Accademico, basati su:

a) aumento degli studenti presenti in aula, che si è finora mantenuto ai livelli consigliati dalla legge mediante l’erogazione di corsi in parallelo; dovendo ridurre i corsi in parallelo senza penalizzare troppo la qualità della didattica, è possibile che nel prossimo anno alcuni insegnamenti debbano essere erogati in collegamento audio/video.

b) cancellazione di insegnamenti non indispensabili al percorso formativo; tale scelta si è rivelata particolarmente dolorosa perché proprio questi insegnamenti hanno finora costituito un prezioso arricchimento tecnico-scientifico all’offerta didattica della Facoltà, in quanto spesso sono espressione delle attività di ricerca più all’avanguardia svolte presso i Dipartimenti.

Si è invece scelto di non attingere indiscriminatamente a docenti esterni al mondo accademico, ma di mantenere gli standard di qualità didattica da sempre adottati dalla Facoltà.

Bisogna comunque sottolineare che anche gli interventi sopra delineati non sarebbero stati sufficienti a consentire di attivare tutti i Corsi di Laurea: preso però atto della situazione, per senso di responsabilità e spirito di servizio un certo numero di Professori e Ricercatori hanno negli ultimi giorni ritirato la propria indisponibilità a compiti didattici aggiuntivi, pur mantenendo la propria totale adesione alle motivazioni della protesta. A queste scelte va dato il giusto rilievo, perché sono spesso frutto di un intenso travaglio interiore.

In conclusione, l’offerta didattica che la Facoltà riuscirà a garantire nel prossimo anno accademico, se da un lato sarà necessariamente meno ampia rispetto al passato, dall’altro manterrà almeno per ora sostanzialmente inalterato il livello di qualità e di serietà che da sempre l’ha contraddistinta.

Risulta tuttavia evidente che i provvedimenti legislativi recentemente approvati o in corso di approvazione, non solo fanno sì che la Facoltà si trovi oggi ad affrontare una situazione di estrema difficoltà, ma stanno anche portando alla perdita di quella carica di entusiasmo che è la maggiore garanzia di successo per le attività didattiche e di ricerca negli anni a venire.

La Facoltà auspica quindi che vengano introdotti a livello parlamentare opportuni correttivi (come quelli presentati dall’Ateneo ai Parlamentari veneti in un recente incontro) che consentano di non togliere ulteriormente dignità al mondo accademico, prima che la situazione risulti irrimediabilmente compromessa.

All’inizio di questo non facile anno accademico, vi auguro comunque un buon lavoro nelle aule e nei laboratori della Facoltà e colgo l’occasione per salutare cordialmente anche le vostre famiglie, pregandovi di estendere loro questo messaggio.

Pierfrancesco Brunello
(Preside della Facoltà di Ingegneria)




Lascio a voi qualsiasi commento.

martedì 5 ottobre 2010

Reato di banda armata e "Lodo Lega" - un chiarimento.

Negli ultimi giorni è stata divulgata dal Fatto Quotidiano la notizia del'abrogazione del reato di banda armata, che prevedeva varie punizioni a seconda di come veniva impostato.

L'articolo è di Marco Travaglio, che personalmente stimo moltissimo. Tuttavia non era del tutto esatto quello che veniva detto dall'illustre giornalista, ed intavolando una discussione con un mio amico è venuta fuori la seguente conclusione.

Appena cominciati i corsi universitari, è un classico momento di relax post-esami, e di tempo da perdere ce n’è. Così, per tenersi in esercizio, ho cercato di approfondire il caso portato alla luce da Marco Travaglio in questo articolo . Sapendo come il giornalismo italiano soffre di sensazionalismo, e che il Travaglio – se è molto difficile (anche se non sempre impossibile) attaccarlo sulle questioni di fatto – ha una certa zoppia quando tratta delle questioni di diritto, ho cercato di ricostruire l’evoluzione giuridica della vicenda.

Dunque, la banda armata è prevista come reato dal 1930, all’art. 306 cod. pen., il quale stabilisce – in soldoni – che è punito con un certo periodo di reclusione chiunque si metta insieme ad altre persone per svolgere attività contro lo Stato Italiano e il suo ordine costituito e contro l’integrità fisica e morale delle sue più alte cariche.

Nel 1946 però, la neonata Assemblea Costituente dà delega al Governo di emanare un Decreto Legislativo per individuare una norma di chiusura che prevedesse e prevenisse fenomeni, i quali sarebbero potuti sfociare in episodi di squadrismo. Questa norma di chiusura (cioè questa regola che permette di risolvere i casi dubbi di applicazione del reato di banda armata, dando un criterio generale per individuare in tutti i comportamenti quelli rilevanti per la commissione del reato) prevede che vanno punite come bande armate anche le associazioni di carattere militare a scopi politici; perciò, è sufficiente avere una struttura gerarchica, delle uniformi, e la disponibilità di armi per il gruppo per commettere reato, a prescindere dal mettere in atto i comportamenti criminosi e le attività illecite che invece chiedeva il Codice Penale.

Dal 9 ottobre prossimo tuttavia entra in vigore il Codice dell’Ordinamento Militare. E’ un testo unico, cioè un Decreto Legislativo che riassume e fa sintesi di tutte le leggi che regolavano quella materia, rimettendole in ordine. Perciò, dato che non servono più, queste vecchie regole vengono abrogate.

Tra queste leggi però è stato infilato dentro anche il D. Lgs. 43/1948, di cui abbiamo parlato. Viene dunque a mancare la norma di chiusura: sarà perciò necessario che la associazione armata metta in atto dei comportamenti previsti dallo stesso Codice Penale per essere punita, non a prescindere.

Se da un lato, questo non consente di parlare di «depenalizzazione della banda armata», perché rimane punita come reato, sembra invece sufficiente a realizzare il “lodo Lega” di cui parla Travaglio.

Infatti, gli imputati che con questa abrogazione si mira a salvare sono i fondatori della Guardia Nazionale Padana, i quali senz’altro sono una associazione paramilitare legata a ideali politici (quelli della Lega Nord e della secessione in generale), ma il semplice fatto che esista non sarà più sufficiente al giudice per punirli, non finché non avranno realmente attentato all’integrità dello Stato Italiano; cosa che diamo per scontata noi veneti smaliziati, ma che è più difficile da dimostrare in via processuale.

Qui di seguito riporto le 2 leggi di cui si parla:
Articolo 306 Codice Penale
D.Lgs. 14.2.1948 n.43 Pagina 1 - Pagina 2 - Pagina 3

venerdì 1 ottobre 2010

"L'80% dell'acqua del pianeta è contaminata" - Nature lancia l'allarme

Le cifre sono allarmanti: l’80% delle acque dolci del pianeta sono già contaminate o a rischio contaminazione. Da questa minaccia sono toccati circa 3,4 miliardi di persone, quasi la metà della popolazione mondiale. E la situazione rischia di peggiorare nei prossimi anni, a causa dei danni provocati dal cambiamento climatico e dalla costante crescita della popolazione.

L’allarme lo lancia un articolo scientifico pubblicato sulla rivista Nature e firmato da un’equipe di studiosi guidata da Charles Vorosmarty della City University di New York e da Peter McIntyre dell’Università del Wisconsin. Lo studio è importante perché può essere considerato quello che “per la prima volta raccoglie tutta la nostra conoscenza sotto un unico modello globale di sicurezza delle acque e perdita della biodiversità”, secondo Gary Jones, direttore dell’eWater Co-operative Researce Centre di Canberra, in Australia.

Il quadro che emerge dallo studio di Nature è quello di un pianeta in cui le risorse idriche sono sfruttate in modo complessivamente squilibrato. Attualmente l’approvvigionamento dell’acqua, potabile e non, deriva prevalentemente da un lavoro di ingegneria. Dighe, drenaggi e riserve sono il modo in cui l’uomo risolve i problemi della scarsità e dell’inquinamento delle falde. La soluzione tecnologica ha però due controindicazioni. La prima è nei costi, che per tenere la situazione in equilibrio dovrebbero aggirarsi, secondo gli autori dello studio, intorno agli 800 miliardi di dollari annui entro il 2015.

La seconda è che tali costi sono insostenibili per chi non fa parte del “club” delle nazioni industrializzate ricche o emergenti, queste ultime rappresentate dai paesi BRIC (Brasile, Russia, India, Cina). Complessivamente non più di un miliardo di persone. Ragion per cui Vorosmarty e MacIntyre suggeriscono di puntare sulla lotta al cambiamento climatico piuttosto che sulla continua manipolazione della natura da parte dell’uomo, che rischia solo di mettere l’ ambiente ulteriormente sotto pressione.

E in Italia, quanto è grave la situazione? C’è rischio anche da noi di stress da sfruttamento idrico, dato il quadro di sprechi, e scarso rispetto dell’equilibrio ambientale? “Il modello di gestione idrica urbana deve essere profondamente rinnovato” risponde Katia Le Donne, dell’ufficio scientifico di Legambiente. L’associazione ha denunciato nel libro bianco sull’emergenza idrica del 2007 e in altri rapporti successivi, la situazione in cui versa il nostro Paese. Al 60% di acqua destinato ad usi agricoli e il 42% di perdita dai tubi colabrodo (con punte del 70% a Cosenza) di una rete di distribuzione che andrebbe completamente rinnovata si aggiunge un costo troppo basso dell’acqua (52 centesimi al metro cubo, la metà della media europea) che induce inevitabilmente allo spreco.

“Da oltre un decennio, sostiene Le Donne, ad occhi esperti di tutto il mondo, risulta sempre più chiaro che il modello di gestione delle acque nelle nostre città – basato sul ciclo: prelievo distribuzione, utilizzo, fognatura, depuratore, e re-immissione finale – non è sostenibile, perché comporta un uso eccessivo di risorse idriche di altissima qualità. Perché, ad esempio, per scaricare un WC si fa uso acqua potabile? Tutto questo genera uno spreco enorme senza ridurre l’inquinamento.

Ma lo studio Nature non rischia di essere la solita scusa degli ambientalisti per non fare nulla? “Non direi, continua Katia. La sfida della gestione della risorse idriche non si riduce alla semplice e demagogica questione: lasciamo tutta scorrere così come natura crea…questo modello anche sarebbe tanto insostenibile per quanto improponibile alle società di oggi. Al contrario chi si occupa di Ambientalismo Scientifico propone un nuovo approccio uno addirittura più complicato di quello che ci hanno proposto e imposto finora e che è altrettanto insostenibile come il primo. La via d’uscita, invece, è quella di superare l’approccio per cui prima si sommano le richieste idriche (industriali, agricole, civili) e poi si cerca disperatamente di soddisfarle”. Un buon consiglio per il pianeta a cui certo l’Italia non sfugge.

tratto da ilfattoquotidiano.it

The Bordello State - By James Walston - tradotto in italiano

Premessa: Il seguente articolo serve per far capire cosa ne pensino dell'Italia e di Berlusconi all'estero. E' tratto dal Foreign Policy, che è una delle più importanti riviste trattanti temi politici, economici e similari. E' una rivista seguitissima da tutte le elite politiche ed economiche. In sintesi è una rivista piuttosto importante a livello mondiale.

Lo Stato Bordello
Il declino dell'Italia sotto il premier Silvio Berlusconi.
Di JAMES WALSTON, da FOREIGN POLICY | 14 SETTEMBRE 2010













Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!


Citare Dante, lo ammetto, è l'ultima risorsa di un briccone, o quantomeno di uno scriba indolente. Ma questa citazione dal Purgatorio* è troppo appropriata per non usarla. Ahi serva Italia è anche il titolo di un libro di Paolo Sylos Labini, pubblicato postumo nel 2006; Sylos Labini non è stato solo uno dei più illustri economisti italiani, ma anche un uomo di assoluta integrità che si è sistematicamente e molto apertamente rifiutato di venire a patti col Potere (anche quello con la “p” minuscola). Il suo ultimo lavoro descriveva, analizzava e criticava l'Italia di 5 anni fa. “Perchè siamo caduti così in basso?” chiedeva. “Esorto i miei concittadini ad un inflessibile esame critico della nostra coscienza civica se vogliamo risollevarci dall'abisso.” Il suo appello era più o meno la difesa, da parte di un economista, dell'economia di mercato e delle sue regole, che difendono la comunità dal potere politico ed economico privo di limitazioni. I massicci conflitti di interesse di Silvio Berlusconi, miliardario e primo ministro, hanno fatto di queste regole una beffa.

L'Italia di oggi è stata squassata anche da altre tempeste interne, e ovviamente da quelle economiche internazionali; da allora, le residenze del primo ministro sono diventate bordelli – e non solo metaforicamente. Soprattutto, la nave dello stato è sul punto di trovarsi senza timone. Allora non sono io l'unico in Italia a citare Dante in questi giorni.

Fin dalla fine di luglio non c'è stata una chiara leadership, ma nelle ultime due settimane la mancanza di direzione è diventata parossistica. Per la maggior parte di Agosto Berlusconi ha minacciato di anticipare le elezioni per costringere Gianfranco Fini – l'alleato ribelle che in luglio ha rotto con il primo ministro e ha formato un proprio partito – e i suoi sostenitori all'obbedienza. Poi, quando i sondaggi hanno mostrato che gli unici veri vincitori in una votazione anticipata sarebbero stati Umberto Bossi e la Lega Nord – e, peggio ancora, che c'era una buona probabilità che Berlusconi non ottenesse la maggioranza in senato – ha fatto marcia indietro. Negli ultimi giorni, i suoi interventi pubblici parlano ancora di “altri tre anni per portare a termine le Grandi Riforme.” L'obiettivo immediato è far approvare una mozione a supporto di un piano a cinque punti riguardante l'economia, il sud, il federalismo fiscale, la giustizia, e la sicurezza. Il problema più controverso è la giustizia, che per Berlusconi significa concedersi l'immunità nei processi (“per poter continuare le attività di governo,” secondo lui). La decentralizzazione dei poteri economici è fondamentale per la Lega Nord, ma altri nel centro-destra temono che le regioni più povere della nazione perderanno il supporto dello stato.

Berlusconi si vanta continuamente che la politica estera da lui personalmente gestita sia l'invidia dell'Europa, ma in realtà è controproducente tanto quanto la sua politica interna. La settimana scorsa ha approfittato della propria presenza al Global Policy Forum organizzato dal Cremlino a Yaroslav, in Russia, per lanciare una frecciata a Fini (senza farne il nome), dicendo che qualcuno aveva creato delle “aziendine politiche” in Italia; poi si è lamentato per l'ennesima volta dei “giudici comunisti” che impediscono di governare a lui e ai suoi alleati; e infine, a coronare il suo affettuoso benvenuto al dittatore della Libia Muammar Gheddafi di due settimane fa, è arrivata la notevole affermazione che i suoi ospiti, il primo ministro Vladimir Putin e il presidente Dmitry Medvedev, siano un “un dono di Dio per la democrazia” (peccato che The Economist l'avesse già battuto sul tempo con un cartone animato che mostra quanto Putin realmente ama la democrazia e la stampa). Persino più imbarazzante è stata la notizia che una delle lance donate dall'Italia alla guardia costiera libica ha mitragliato una nave da pesca italiana.

Nel frattempo, le disgrazie di Berlusconi in patria si moltiplicano. Il direttore del suo Il Giornale, Vittorio Feltri, questa settimana ha criticato il primo ministro per la sua indecisione e leadership inefficace. Peggio ancora, il suo livello di gradimento personale è al 37% (4,9% in meno rispetto a giugno), e quello del suo Popolo delle Libertà è al di sotto del 30% (rispetto al 33,2% di giugno e al 37,4% delle elezioni del 2008), secondo un sondaggio dei primi di settembre. Alla fine del mese, quando la Camera dei Deputati discuterà e voterà sul piano a cinque punti, sapremo se la proposta degli “altri 3 anni” ha qualche speranza. Intanto, sembra che il primo ministro si stia dando allo shopping, nella speranza di trovare degli indipendenti per riempire il vuoto lasciato da chi è passato a Fini – gliene servono 19 per avere una maggioranza solida.

Se c'è qualcuno che può riuscire in quest'impresa, è Berlusconi. Considerate le sue risorse finanziarie e mediatiche, assieme ad altre forme di clientelismo politico, c'è ben poco che non possa offrire. È un esperto nel convincere i parlamentari a passare dalla sua parte, come dimostrano alcune recenti rivelazioni circa la cosiddetta P3. (La P3 è una presunta setta segreta i cui membri agivano tre anni fa tentando di promuovere gli interessi pubblici e privati di Berlusconi con mezzi poco leciti). Una delle accuse sostiene che alla fine del 2007, durante un altro periodo di compravendita politica, la P3 ha cominciato a distribuire denaro e favori nel tentativo di provocare la caduta del governo di sinistra di Romano Prodi, la cui coalizione puntualmente si è sfaldata nel gennaio 2008.) Ma le rivelazioni delle sue mosse per costringere Prodi alle dimissioni sono di per sé una prova dei cambiamenti occorsi da allora nella politica italiana. A differenza di altre occasioni simili, in cui i politici incriminati si dimostravano molto silenziosi, sembra che la maggior parte degli accusati stia cantando come se fosse alla Scala – il che fa pensare a dei ratti in fuga da una nave che affonda.

È un peccato che Berlusconi sia così preoccupato della propria sopravvivenza, perchè il suo paese è in un mare di guai. Il relativo declino dell'Italia è cominciato quasi 20 anni fa, quando si è visto chiaramente che l'economia non era in grado di affrontare le nuove sfide della globalizzazione, eppure ogni anno i grafici della produzione calano rispetto all'Europa, e naturalmente alla Cina e alle altre economie emergenti. La settimana scorsa l'OCSE – il think tank dei paesi sviluppati – ha calcolato che il PIL della nazione scenderà dello 0,3% nel terzo trimestre (facendo dell'Italia l'unico paese del G7 con indice di crescita negativo) e risalirà di un misero 0,1% nel quarto trimestre. Il World Economic Forum ritiene che una vera ripresa non sia ancora cominciata e colloca l'Italia al 48° posto sulla graduatoria della competitività globale, al di sotto della Lituania e sopra al Montenegro. La disoccupazione giovanile ha raggiunto il 29,2% questo maggio, il 4,7% in più rispetto a maggio dell'anno scorso. Il ministro per lo sviluppo economico di Berlusconi ha dato le dimissioni quattro mesi fa e non è ancora stato sostituito. E con l'inizio dell'anno scolastico gli insegnanti si stanno mettendo sul sentiero di guerra per i tagli al bilancio, proprio come la polizia. Ci sono problemi in abbondanza da affrontare, ma l'Italia è una nave sanza nocchiero.

E così, l'Italia è di nuovo serva, come diceva Dante 700 anni fa? Ed è ancora un bordello invece che donna di province? Il nuovo libro di un ricercatore dell'università di Princeton sostiene decisamente l'ipotesi del bordello. In La libertà dei servi, Maurizio Viroli scrive che l'Italia ha avuto successo “nell'esperimento politico di trasformare, senza violenza, una repubblica democratica in una corte con al centro un signore feudale circondato da una pletora di cortigiani, ammirati e invidiati da una moltitudine di gente dallo spirito servile.”

Nel Rigoletto di Verdi il protagonista maledice i cortigiani con la sua meravigliosa aria “Cortigiani, vil razza dannata!”, ma oggi sono i cortigiani a reggere le briglie. Perfino Fedele Confalonieri, probabilmente il miglior amico e socio di Berlusconi, nel 2004 lo ha descritto come “un despota illuminato … un Ceausescu buono, ma decisamente anomalo come politico democratico.” Sei anni dopo, con un sistema elettorale modificato che rende tutti i parlamentari indebitati nei suoi confronti e un nuovo, più grande partito sotto il suo totale controllo, la citazione è ancora più appropriata.

La scorsa settimana, una deputata di centro-destra nel gruppo di Fini ha accusato alcune delle sue colleghe parlamentari di essersi prostituite per entrare in parlamento. Ha ritirato immediatamente la frase (anche se un deputato del partito di Berlusconi ha detto che non ci vedeva niente di sconveniente), ma in ogni caso Veronica Lario, la seconda moglie di Berlusconi, e il think tank di Fini, FareFuturo, avevano espresso la stessa ipotesi in aprile dello scorso anno. Il vero problema, comunque, non è che alcune donne siano entrate in parlamento passando per una camera da letto; è che uomini e donne, giornalisti e professionisti, hanno rinunciato alle loro menti e ai loro principi, più che ai propri corpi.

C'è una buona ragione se qui si cita spesso Dante.


* La versione originale di questo articolo riportava la citazione iniziale come se fosse presa dall'Inferno di Dante.


Traduzione di Bruno Levorato

giovedì 16 settembre 2010

Geotermico? Si Grazie!

Fino ad ora il geotermico si basava sullo sfruttamento di zone naturali di acqua calda o vapore vicino la superficie terrestre. Queste condizioni non sono molto frequenti e finora sono locate soprattutto in zone vulcaniche (come l’ Islanda). Ad oggi la geotermia da energia a circa 52 milioni di persone. Ma una compagnia australiana sta per cambiare tutto questo. Utilizzando infatti un metodo chiamato Engineered Geothermal System (EGS), saranno in grado di sfruttare, con lo stesso principio, energia geotermica che si trova più o meno in tutto il mondo ma a profondità di circa 5 km dalla superficie. Questa energia e’ pulita e praticamente inesauribile, si calcola che solo negli USA, ad una profondità dai 3-10KM ci sia energia sufficiente per 140.000 volte la necessità di quel continente! IL vantaggio di questa energia e’ che non solo e’ pulita e rinnovabile, ma e’ anche molto più stabile dell’energia solare o eolica, che devono fare i conti con le variazioni del clima e delle stagioni. In questo ambito la nazione più avanzata appare l’Australia, che si calcola abbia progetti nei prossimi 10 anni per circa 2,7 miliardi di $. Ma ci sono anche molti progetti in Gran Bretagna, Francia e Germania. Chiaramente scavare a quelle profondità non e’ uno scherzo, e per ora l’energia estratta sarà più costosa rispetto a quella prodotta con sistemi più convenzionali. Ma questo non ha fermato molti investitori e governi, che chiaramente vedono in questa energia un potente mix per il loro futuro. La cosa più interessante e’ che la tecnologia per scavare a quelle profondità e’ la stessa usata per scavare pozzi di petrolio, quindi si ritiene che saranno le stesse compagnie petrolifere che, con lo scarseggiare del greggio e le restrizioni ambientali, si attiveranno per sfruttare questa nuova fonte energetica.

Articolo estratto da “the Economist”

tradotto per il MoVimento Veneto da Giorgio Burlini


Tratto da beppegrillo.it

Trivellazioni petrolifere in Veneto ed Emilia Romagna: la risposta del Movimento 5 Stelle

Quest'estate, con il favore del periodo di vacanza, una corporation californiana, AleAnna Resources LLC, ha presentato due progetti di "ricerca", denominati "Saline" e "Tre Ponti", per scoprire se nel Polesine e nella Bassa Padovana ci sia l'oro nero.

Perchè tra virgolette il termine "ricerca"?
Semplicemente perchè questa corporation sa già benissimo che in queste zone sono presenti delle piccole quantità di petrolio e metano! Infatti negli anni '50 e '60 in questi luoghi già erano presenti le attività di estrazione.

Se in queste zone sono presenti l'oro nero e il metano, perchè e da chi è stata fermata l'attività di estrazione?
Queste zone, con l'attività estrattiva, in pochi anni sono sprofondate in media di 2 metri, con picchi di 4 metri, provocando ben 35 inondazioni in pochi anni. Dopo ciò il governo ha fermato tutto.
L'abbasstamento del territorio si è sentito anche fuori dalla zona interessata, colpendo, ad esempio, Venezia.
Le conseguenze di quelle estrazioni si sentono ancora oggi!

Cosa ci guadagnamo noi, cosa ci guadagnano loro?
Noi:
- DANNI AMBIENTALI
- SUBSIDENZA (ABBASSAMENTO DEL TERRENO)
- INQUINAMENTO DI ACQUA, SUOLO E ARIA
- DANNI ALLA SALUTE (MALATTIE CRONICHE E TUMORI)
- DANNI ALL’AGRICOLTURA E AL TURISMO

Insomma, ci guadagnamo danni incredibili, oltre ad un misero 4-7% di tasse sull'estratto (in tutti i paesi del mondo, anche del terzo mondo, le tasse sul petrolio vanno dal 30% all'80%), un prezzo assolutamente troppo basso per quello che ne pagherà il territorio.
Prezzo che rimarrebbe comunque troppo basso anche se le tasse fossero del 100%! Vale la pena distruggere un territorio, e quindi le sue economie e le sue popolazioni, per qualche spicciolo?

Da evidenziare anche il fatto che i tecnici poi saranno tutti della compagnia, quindi praticamente nessun nuovo posto di lavoro!

Loro:
Tralasciando la tassazione a loro favore sopracitata, guadagnano pure i primi 800 barili al giorno esentasse, che poi ovviamente porteranno nei loro paesi per pagare ancora meno.

Sfrutteranno il nostro suolo per tutto il tempo che sarà loro necessario, poi quando finirà tutto se ne andranno lasciandoci i danni.

Non saranno costretti a divulgare ogni 3 mesi (come sarebbero obbligati a fare nel loro stato) un messaggio che avvisa che l'estrazione di petrolio aumenta l'incidenza dei tumori e può provocare malattie di vario tipo.

Una cosa da aggiungere è che le risorse estratte qui da noi sono pure di bassa qualità, ciò significa che dovranno agire chimicamente su di esse, rilasciando sostanze nocive nell'atmosfera a tutto andare. Saremo condannati ad avere un futuro di malattie e degrado.

Come fermare tutto ciò?
E' necessario presentare delle osservazioni per i 2 progetti per fermare tutto ciò, dato che in base alla Convenzione di Aarhus, la regione è tenuta a tener conto del volere dei propri cittadini.
Il termine ultimo per presentare le osservazioni è per il progetto "Tre Ponti" il 20 settembre, mentre per il progetto "Saline" è il 4 ottobre.
Il Movimento 5 Stelle ha organizzato e sta organizzando dei banchetti per la raccolta firme.
Personalmente ho notizie solo per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle di Padova:
- Sabato 18 settembre, banchetto a Padova, Galleria in via Umberto I, mattina e forse pomeriggio
- Martedì 21 settembre, banchetto nel mercato di Cartura, mattina
- Mercoledì 29 settembre, banchetto nel mercato di Abano Terme, mattina
- Sabato 2 ottobre, banchetto presso Aliper di Abano Terme, tutta la giornata
In aggiornamento...

Quelle che andrete a firmare sono delle semplici lettere, spedite senza contrassegno politico, quindi se vi sta a cuore la questione e siete di altri partiti o siete parte di apparati come quelli di polizia e non volete o non potete essere "etichettati", potete firmare lo stesso grazie alla neutralità della lettera.

Qualora non possiate prendere parte all'iniziativa dei banchetti potete seguire le istruzioni di questo post del Movimento 5 Stelle di Rovigo (la provincia che sarà più colpita da questi progetti) per inviare autonomamente le lettere di osservazione.

Qui potrete vedere la montagna di comuni direttamente coinvolti.

Qui invece potrete leggere un interessante articolo sull'argomento delle trivellazioni.

Inoltre il 27 settembre alle ore 21, a Rovigo presso la Sala della Gran Guardia, in piazza Vittorio Emanuele, si terrà un convegno con la partecipazione del fisico italiano Maria Rita D’Orsogna, docente presso il Dipartimento di Matematica della California State University e membro dell’Associazione Americana di Fisica.

Italiani, stranieri in casa propria

Domenica 12 settembre, Piero Ricca insieme a Marco Gavagnin, consigliere comunale di Venezia del Movimento 5 Stelle, e accompagnati da altre persone, hanno provato a girare per Venezia, con il tricolore in mano. In quel momento c'era pure un comizio della Lega, e per la cronaca stava parlando Bossi.
Risultato? Insulti contro chi porta il tricolore, e un'intera squadra di poliziotti che ferma dei liberi cittadini che portano la bandiera italiana in mano, con l'accusa di essere provocatori.

CHI PORTA IL TRICOLORE IN ITALIA E' UN PROVOCATORE.

Ma non basta questa figuraccia ai poliziotti, infatti dopo aver allontanato i "provocatori" hanno pure chiesto i documenti, ma solo dei "provocatori", invece tutti i leghisti attorno, che hanno anche tentato di usare la violenza contro gli "italiani", non hanno subito nessun tipo di identificazione. Dopodichè le forze dell'ordine se ne sono andate, non identificandosi. E' una cosa assurda! Un agente di polizia, ma soprattutto il comandante della squadra di polizia, che ti chiede i documenti ha il dovere di identificarsi!



P.S. E' brutto dover vedere degli agenti di polizia che ti fermano perchè sei troppo italiano, e posso capire il motivo per cui l'hanno fatto, ma una situazione del genere sta diventando intollerabile, non si può permettere che il tricolore sia offeso, nè si può permettere che un partito politico tra l'altro di maggioranza, inciti all'odio tra gli italiani e all'odio per la propria patria e i propri simboli. E a prescindere dal fatto che le minoranze (che ormai sono maggioranze) vanno tutelate, bisogna iniziare a punire severamente chi incita all'odio della patria.

(Umberto Bossi, condannato in via definitiva nel 2007 ad un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, per vilipendio alla bandiera, e ci governa)

mercoledì 15 settembre 2010

La nuova scuola di Adro e il "Sole delle Alpi"

Da poco tempo è stato inaugurato il nuovo polo scolastico di Adro, per l'appunto uno dei due comuni che escluse dalla mensa scolastica alcuni bambini.
Una scuola innovativa, costata 7 milioni di euro, pagati interamente dal comune (e da privati), senza alcun aiuto statale, e costruita in un solo anno, ricorda il sindaco Oscar Lancini.

Dove sta la particolarità di questa scuola, e soprattutto perchè se ne parla molto?
La risposta è semplice. L'intera struttura è "griffata" Lega Nord! Posacenere, tappeti, cestini, cartelli, banchi, tetto e perfino i Crocefissi, sono marchiati con il simbolo della Lega Nord.
Come se non bastasse la scuola è dedicata a Gianfranco Miglio, l'ideologo della Lega Nord.
Infine, in pieno stile leghista, all'inaugurazione non era presente il tricolore italiano, ma solo il gonfalone del comune.
Insomma, si può dire che questa è la prima scuola leghista a tutti gli effetti.


Il sindaco si è difeso sostenendo che il simbolo che viene ripreso infinite volte nella struttura è il Sole delle Alpi, simbolo storico del paese.
Ma questa storia è poco credibile, e qualora fosse credibile è stata una scelta poco azzeccata, dato che guardacaso il Sole delle Alpi è proprio il simbolo della Lega, di cui il sindaco fa parte.
E tanto per non smentirsi mai il primo cittadino riesce perfino a fare dichiarazioni di questo livello: “A tavola si siede soltanto chi paga”; “Verrà servito menu padano e chi non vuole mangiare carne di maiale se ne può stare a casa”; “I crocifissi li abbiamo avvitati alle pareti così nessuno potrà magari nasconderli dietro la cartina geografica”.

Un'altra volta ci vanno di mezzo i bambini, con l'aggravante che questa scelta rende pure politicizzata la scuola, che in realtà dovrebbe essere uno dei simboli della neutralità per eccellenza!

Inoltre che dire del fatto che questa scuola potrebbe essere usata come sede di voto per le elezioni? Ora, la gente sicuramente ha le sue opinioni, e quindi non sarà un simbolo a cambiarne l'idea, ma per chi invece un'idea precisa non ce l'ha quali saranno le conseguenze?

Una scelta degna di una dittatura!

Sabato 18 Settembre, in Piazza Costantino Ruggeri, è stato organizzato un evento di protesta contro la politicizzazione della scuola. Qui il link dell'evento pubblicizzato in Facebook.

Posto un video di Youtube de "La Zanzara" riguardante l'argomento:
 
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