Il mio scopo

Lo scopo di questo blog, che è uno dei tanti che si prefiggono questo fine, è quello di diffondere ed informare i lettori di quello che avviene (e che è avvenuto) nel nostro amato paese, soprattutto nell'ambito politico, e di porre le basi per alcune riflessioni sulla vita dell'italiano medio. Questo blog trae molti spunti dal blog di Beppe Grillo, un uomo che merita molto di più di quello che gli viene dato (discorso che vale per molte altre persone), io cercherò di filtrare le cose più interessanti, anche se sarà veramente difficile, dato che queste sono molte.
Cercherò di pubblicare con regolarità notizie sul nostro bel paese, con la speranza che un giorno si possa essere trattati come cittadini e non come alberi dei soldi.
Vi auguro una buona lettura!

Le mie frasi importanti

"Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato."
"Non può piovere per sempre"
"El pueblo unido jamás será vencido"
"In tempi di menzogna universale, dire la verità diventa un atto rivoluzionario"

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In data 01/07/2010 è stato finalmente attivato il nuovo Forum di Libera Voce. Il Forum è uno strumento indispensabile per avere una più vasta e chiara comunicazione tra di noi, è un forum molto ampio e si può discorrere di una immensa vastità di argomenti a vostra scelta! Qui posso solo scrivere le notizie e voi potete solo scrivere commenti, senza però che sia possibile una effettiva e completa discussione. Quindi vi aspetto calorosamente sul nuovo forum, anche in attesa di preziosi suggerimenti per il suo miglioramento.

martedì 29 giugno 2010

Il caso Dell'Utri

Si è concluso oggi il processo d'appello a Marcello Dell'Utri, noto senatore del PdL, nonchè fondatore di Forza Italia. Il risultato? Condannato a 7 anni per associazione mafiosa, quindi la pena è stata ridotta di 2 anni rispetto alla precedente di 9 anni, inoltre, il fatto più importante, è l'assoluzione dai fatti successivi al 1992, che sancisce in sostanza l'assenza del complotto mafia-stato, di cui ormai tutti sanno l'esistenza.
Dell'Utri, tuttavia rimane condannato per il ventennio di trascorsi mafiosi precedenti, un ventennio in cui compaiono persone del calibro di Berlusconi e Mangano (l'eroe di Dell'Utri, il che evidenzia da che parte stia tutt'ora l'imputato).

La cosa stupefacente dell'informazione che è stata diffusa oggi dal TG1 è che Dell'Utri è sostanzialmente stato assolto in quel processo (riferendosi ovviamente alla parte successiva al 1992), gran parte del servizio era incentrato a far muovere le menti degli spettatori verso l'ingiustezza della condanna. Secondo il TG1, quindi, Dell'Utri è innocente. Nonostante gli sia stata data una condanna di 7 anni, e sempre a detta del TG1 la notizia non era così rilevante quanto la morte di Pietro Taricone (condoglianze in ogni caso), che è stata la prima notizia data dai titoli iniziali. In sostanza il gossip è più importante delle notizie di mafia.

Mi limiterò a fornirvi qualche altro link da leggere per approfondire maggiormente la notizia.

Il Fatto Quotidiano.it:
Il PdL fa quadrato intorno a Dell'Utri
Dell'Utri: il giorno del giudizio
“Noi siamo solidali con le vittime di mafia, non con i condannati come Dell’Utri”
Berlusconi che non parla in aula, Dell’Utri: “Fui io a dirgli di stare zitto”

La Repubblica.it:
Dell'Utri condannato a 7 anni
Il giornalismo secondo Augusto Minzolini
Dell'Utri, lo strappo dei giovani del Pdl: "I nostri eroi sono Borsellino e Falcone"
Il Pdl solidale con Dell'Utri dopo la condanna

L'Aquila, l'informazione che non c'è

E' da mesi che non si sente quasi più niente de L'Aquila. Non so se ricordate, ma l'anno scorso la città ha subito un terremoto ed è stata praticamente rasa al suolo. Dopo le prime attenzioni, ovviamente sotto le varie elezioni, e dopo i primi meriti che si era preso il governo (che in realtà di meriti non ne ha avuti, dato che il governo ha marciato sull'opera di altri organi) l'informazione è scomparsa, l'interesse mediatico e governativo è scemato via via sempre di più.

Gravissima la vicenda degli ultimi giorni, 20.000 manifestanti aquilani hanno sfilato in tutta la città, arrivando anche ad occupare e chiudere per svariate ore l'accesso all'autostrada, e per i telegiornali nemmeno un'accenno al fatto! Anzi, scusate, il giorno dopo ne hanno parlato per una trentina di secondi i telegornali più importanti...cose dell'altro mondo!

Com'è diventato tristemente facile manipolare le notizie al giorno d'oggi...al posto delle cose serie e terrificanti che accadono ogni giorno, parlano del processo di Cogne, del processo di questo e di quello. Mai dei processi importanti. Al posto delle manifestazioni di dissenso politico, fanno vedere servizi di 5 minuti su come dimagrire, sulla tintarella estiva, e porcate varie.
Incredibile! E questa è la televisione che paghiamo noi eh!

Vi propongo due video:
Il primo è un video pubblicato da Il Fatto Quotidiano.it


Il secondo invece è un pò più vecchiotto e proviene dal Blog di Beppe Grillo, fa vedere le condizioni in cui versa L'aquila, dopo un anno dal terremoto...e ricordate bene che i soldi per queste catastrofi le paghiamo in tasse, specialmente sulla benzina. Io penso che se mi fanno pagare delle tasse per qualcosa, giusto o sbagliato che sia, almeno dovrebbero avere la decenza di usarle per lo scopo per cui sono state create.

giovedì 24 giugno 2010

La parola a Grillo. L'ultima intervista di SkyTG24

Beppe Grillo, da anni ormai, non si vede più in televisione (televisione nazionale, per capirsi Mediaset e Rai). L'unico eversivo è Sky, che fortunatamente non essendo di proprietà Berlusconi è una emittente libera. La sfortuna vuole che Sky sia una tv a pagamento, ma non fa niente, internet compensa. Beppe Grillo, in data 22/06/2010 è stato intervistato da SkyTG24, non è la prima volta sia chiaro, ed ha potuto fare un pò di informazione e pure una giusta contestazione politica.

Questo è il video dell'intervista:

venerdì 18 giugno 2010

Attentato alla Costituzione


Con dichiarazioni pubbliche e inequivocabili, fatte il giorno 9 giugno 2010, come documentato dalla libera stampa allegata, il presidente del consiglio dei ministri «pro tempore», Silvio Berlusconi ha definito «inferno» le garanzie stabilite dalla Carta Costituzionale e ha continuato a denigrare le istituzioni di garanzia come la Corte Costituzionale dello Stato, incorrendo così – e non è la prima volta – nel reato di attentato contro la Costituzione e organi costituzionali, in forza della legge n. 85 del 24 febbraio 2006 che ha modificato il codice penale e in particolare gli artt. 283 (Attentato contro la Costituzione dello Stato) e art. 289 (Attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali). La violenza si evince dalla virulenza delle parole accompagnate dalla mimica corporea che solo in video è possibile valutare.
Questo insulto ultimo in ordine cronologico contro le Istituzioni di garanzia, a mio parere, rendono inadatto a governare chi le pronuncia che ha il dovere di essere garante della difesa della Carta costituzionale sulla quale ha avuto anche l’impudenza di «giurare» più di una volta, configurando così il suo modo di concepire il governo inficiato anche dall’immoralità dello spergiuro.
Io, Paolo Farinella, prete, cittadino italiano, datore di lavoro in quota non elettore del sig. Berlusconi Silvio e quindi all’opposizione, pretendo che egli sia, si comporti e parli all’altezza del mandato «pro tempore» che ha ricevuto per esercitare un servizio alla Nazione come prescrive l’art. art. 54 della Carta Costituzionale: «Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge». «Disciplina e onore» significa rispetto e ossequio non stravolgimento e insulto, compostezza istituzionale e responsabilità del ruolo non denigrazione e attacchi sempre più virulenti di tutte le forme di garanzia che sono i cardini dei uno Stato democratico.
Poiché le esternazioni, al limite della patologia, sono avvenute in pubblico, davanti a centinaia di persone, con la presente segnalo a codesta Procura di volere verifica se non esiste un reato di attentato allo Stato per dileggio sistematico, recidivo e recrudescente della Suprema Legge che regola l’equilibrio dei poteri costituzionali garantiti, quell’equilibrio che il suddetto non ha né potrà mai avere perché immerso nel suo «peccato originale»: il culto di se stesso come via per instaurare in Italia una forma di dittatura senza Costituzione.
Poiché sulla Costituzione il presidente del consiglio dei ministri e tutto il suo governo hanno giurato promettendo «fedeltà e leale osservanza» come recita la formula: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione» prescritta dall’art. 1, comma 3, della legge n. 400/88.
Il giuramento non è un atto di mero protocollo, ma rappresenta l’espressione del dovere di fedeltà che incombe in modo particolare su tutti i cittadini ed, in modo particolare, su coloro che svolgono funzioni pubbliche fondamentali (in base all'art. 54 della Costituzione). Infatti la data del giuramento è discriminante perché costituisce l’invalicabile «terminus a quo» da cui cominciare a contare i dieci giorni entro i quali, il Governo è tenuto a presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia. Il fatto è così evidente che il Presidente del Consiglio e i Ministri assumono le loro responsabilità non dal momento della fiducia, ma dal preciso istante in cui con il giuramento davanti al Capo dello Stato, questi firma il decreto di nomina, prima ancora della fiducia.
Tutto ciò premesso e considerato, chiedo a codesta Procura di volere procedere a termini di Legge. Si allegano alcuni quotidiani del giorno 10 giungo 2010 che dedicano ampio spazio alla violenza oratoria con cui il Presidente del Consiglio dei Ministri ha violentato e deturpato pubblicamente la Carta Costituzionale Italiana, di cui io e molti altri andiamo fieri.
Genova 10 giungo 2010
Paolo Farinella, cittadino sovrano, prete

Questa è la richiesta di, appunto, Paolo Farinella, cittadino sovrano, prete. Un ottimo riassunto.
Cittadino Sovrano, sovrano come tutti noi, o come dovremo essere tutti noi.
Lui ha avuto il coraggio di fare una cosa del genere, forse dovremo farlo tutti insieme.
Non è più possibile rimanere in questo clima di illegalità, perchè appunto illegale è quello che ha fatto finora il premier e non solo lui...

L'attentato alla Costituzione è una legge prevista nel nostro codice penale, e "casualmente" è stata modificata proprio nel 2006 dal "nostro" amatissimo governo Berlusconi III, dopo che era rimasta immutata dal 1947.
Quello che avete visto nel link sovrastante è quello che prevedeva la vecchia (e che prevede la nuova) legge.
Come avrete visto la pena è stata abbondantemente diminuita.
Da "minimo 12 anni" a "minimo 5 anni". D'altronde quando mai le pene sono aumentate con questo governo?
L'unico tentativo di aumentare la pena, che io sappia, è stato fatto in una legge in cui si prevedeva l'aggravante di clandestinità, ovviamente e giustamente è stata bocciata poichè è incostituzionale (viola gli articoli 3 e 25 della Costituzione), e ci credo bene, se fosse passata serebbe stata una legge piuttosto razzista, a mio modo di vedere le cose. Caspita quante leggi incostituzionali che sta facendo questo governo! Mi sorge spontaneo il dubbio che chi fa le leggi si dimentichi della Costituzione, la nostra legge primaria e fondamentale. O forse è una dimenticanza voluta?
Probabilmente è voluta, dato che a chi governa questa Costituzione non piace.

Per concludere con il discorso della legge sull'attentato alla costituzione, faccio notare che è stata inserita la frase "con atti violenti", ecco come la scamperanno quei pagliacci che la denigrano ogni giorno.
Avete capito perchè si chiama popolo delle libertà? Libertà dei delinquenti, mi pare ovvio!

Prodi: Lasciate in pace la costituzione

Non posso nascondere di essermi sorpreso quando qualche giorno fa ho letto che, per dare un contributo alla liberalizzazione della nostra economia, bisognava assolutamente modificare l’articolo 41 della nostra Costituzione. Anche se già lo conoscevo, mi sono tuttavia preso cura di rileggere il suddetto articolo che, come tutti gli articoli della prima parte della nostra Carta fondamentale, brilla per semplicità e chiarezza.

Esso scrive che “l’iniziativa privata è libera”. E aggiunge semplicemente che “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale e in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà (opportuna questa insistenza sulla libertà) e alla dignità umana”. Come ovvio completamento, l’articolo aggiunge che “La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

Terminata questa lettura mi sono messo il cuore in pace, nella sicurezza che né la lettera né lo spirito di quest’articolo mai avrebbero messo in rischio o semplicemente resa più difficile la libertà di intrapresa in quanto in qualsiasi sistema, anche nel più liberista, la legge ha il compito di dettare le norme di comportamento perché l’esercizio dell’attività economica non rechi danno all’esercizio dei diritti dei cittadini, sia che essi si organizzino in forma individuale che associata.

Tutti noi abbiamo infatti il diritto di essere tutelati dalla legge riguardo ai requisiti igienici o sanitari di un prodotto o della pericolosità di un giocattolo, così come in ogni parte del mondo i lavoratori e gli imprenditori trovano nella legge (italiana o europea) i diritti e gli obblighi che derivano dall’esercizio della propria attività. È peraltro evidente che, se esistono regolamentazioni eccessive, queste possono e debbono essere eliminate dall’attività legislativa, affidata all’iniziativa del Governo e del Parlamento.

Assolta la Costituzione da qualsiasi colpa in materia, mi è sorto il sospetto che potesse essere stata la Corte Costituzionale, attraverso le sue interpretazioni, ad impedire una maggiore liberalizzazione della nostra economia. Ho letto tuttavia a questo proposito un esauriente articolo dell’ex presidente della corte Valerio Onida che dimostra che mai la corte in tutta la sua storia ha dichiarato l’illegittimità di una legge liberalizzatrice e che, al contrario, esistono numerose decisioni che hanno rimosso limiti ingiustificati alla libertà di iniziativa contenuti nelle leggi nazionali o in quelle regionali.

Tranquillizzato su tutti i fronti, ho quindi ritenuto la proposta come un semplice errore o come un ormai rituale messaggio di avversione allo spirito (visto che non è possibile farlo alla lettera) della nostra Costituzione.

L’ipotesi dell’inconsapevole errore è stata poi esclusa dal fatto che il presidente del Consiglio è ritornato ripetutamente sull’argomento ribadendo la necessità di una riforma dello stesso articolo 41, alla quale proposta, per abbondanza, il ministro dell’Economia, ha aggiungo ieri l’altrettanto inutile proposta di abolire l’altrettanto innocuo articolo 118 della Costituzione.

Non riuscendo a raggiungere altre spiegazioni razionali per simili comportamenti, sono ricorso alla mia esperienza passata quando, insieme con l’allora ministro Bersani, ci accingemmo a fare un programma sistematico e generalizzato di liberalizzazioni e mi è facilmente saltato alla memoria il panorama di impressionanti proteste che ci veniva dalla piazza. E ricordo benissimo che nessuno agitava il libretto della Costituzione ma cartelli minacciosi nei confronti del Governo come risposta corale e violenta alla presunta violazione delle prerogative, dei diritti e dei privilegi delle categorie interessate.

Ed allora mi sorge il sospetto che l’accusa rivolta alla Costituzione e l’inutile scelta di un cammino tortuoso per procedere alla semplice riduzione di lacci e laccioli sia il comprensibile desiderio di evitare le rumorose manifestazioni e le reazioni, anche spesso incontrollate, delle infinite categorie e corporazioni che su questi lacci prosperano non da decenni ma da secoli.

E vorrei anche aggiungere che, sempre secondo la mia esperienza, lo scontento e le pressioni non prendono solo la via dell’opposizione, ma anche le insidiose strade degli alleati di governo. In poche parole, a fare sul serio queste riforme, si perdono consensi e voti. Posso in coscienza dire che le abbiamo ugualmente portate avanti, pur con la piena consapevolezza delle possibili conseguenze negative, anche se non arrivo al punto di affermare che il mio Governo sia caduto esclusivamente per questo motivo. Auguro quindi buon lavoro al ministro Tremonti. Sulle conseguenze sul Governo veda lui.


Questo è quello che scrive l'ex-premier Romano Prodi su "Il messaggero", il 13 giugno 2010.
Risulta quindi evidente come questo governo sia ignorante in materia. E pensare che sulla Costituzione ci hanno giurato!
Chissà cosa vorranno mettere al posto delle semplici e colte parole che sono state scritte nel 1947 (entrate in vigore il 1° gennaio 1948). Porcherie sicuramente, come la porcheria di legge sulle intercettazioni, e come le porcherie che sono stato promosse finora.

Io spero vivamente che nessuno riesca a mettere mano sulla costituzione, altrimenti è la fine del nostro stato. Spero inoltre che questo mandato governativo finisca al più presto. Purtroppo siamo solo a metà.

giovedì 17 giugno 2010

Menomale che c'è Silvio...

Oggi pubblico un simpaticissimo video in cui vengono intervistate casualmente un pò di persone, tra la folla che "tifa" per il nostro amato Silvio!

Da notare come le informazioni che forniscono sono o sbagliate o vaghe ed inconcludenti (come quelle che fornisce il loro pastore). L'informazione è stata violentata negli ultimi anni e questi sono i risultati che si ottengono, ovviamente avendo pure a favore la pigrizia nella lettura da parte del popolo italico tutto! (Anche da parte mia sia chiaro, anche se un pò meno)




Ah...dimenticavo...menomale che c'è Silvio...ORLANDO!!!! Hahaha

lunedì 14 giugno 2010

Il debito pubblico italiano aumenta

Ecco un interessante resoconto preso da Il Giornale.it (quel politicizzato ne azzecca qualcuna)

Abbiamo un nuovo record negativo sul debito pubblico
I dati probabilmente sono tratti da questo PDF della Banca d'Italia (non ne sono sicuro, dato che l'ho cercato da me)

Pubblico inoltre un'interessante commento all'articolo de "Il Giorale.it":
Una domanda da indipendente e non da persone di sinistra o talebano. Di chi e' la colpa del debito pubblico. di sicuro non di Berlusconi, sono daccordo, se ma se andiamo a vedere l'andamento del debito pubblico negli ultimi 10 anni (7 anni e mezzo governati da Berlusconi e 2 e mezzo da Prodi) il debito pubblico invece che diminuire e' salito e l'unico volta che e' rimasto stabile indovinate un po e' stato sotto il governo del famigerato Prodi. non sono solo la pressione fiscale non e' diminuita, anzi dai dati istat e' aumentata, ma e' aumentato il debito pubblico, ora questi sono dati e non frottole di cui incolpare i magistrati o giornalisti. debito pubblico aumentato pressione fiscale aumentata significa solo che sono aumentate le spese e la gestione non e' stata buona. a chi volete dare la colpa a chi e' all'opposizione, accusata di essere poco democratica quando viene imposta ad una votazione la fiducia?

E mo come la mettiamo?

Berlusconi e la vittoria in Libia, un falso epocale!!!

Notizia di ieri: Il premier Berlusconi riesce a convincere Gheddafi a rilasciare un prigioniero svizzero.
Lode a lui, nostro signore!!!

Rai 1
Rai 2

TG4 Titoli + servizio dal 14° minuto circa
TG5
Studio Aperto Servizio attorno al 4° minuto

Aggiungo la notizia riportata da Il Giornale.it noto giornale "politicizzato"

Un falso epocale!!! Ecco cosa dice il TG svizzero di LA1 del 13/06 delle 20.00, nei primi 7-8 minuti.
Berlusconi, ma più in generale l'Italia, ha ritardato le trattative!
Questa è un'altra delle tante bufale che ci vengono propinate da quei politicizzati TG e giornali italiani. Un altro passo verso il regime dittatoriale. Un'altra falsa conquista di Berlusconi.
Italiani, popolo di malinformati, ribelliamoci contro questa tradizione di falsa informazione.
Non crediamo a tutto ciò che sentiamo, ma verifichiamolo con una buona ricerca in internet, dove c'è ancora un minimo di libertà d'informazione, ovviamente finchè il governo non deciderà di oscurarlo completamente.

domenica 6 giugno 2010

Aggiornamento sul ricorso a Formigoni

Tramite un "P.S." ad un post nella home page del blog di Beppe Grillo veniamo a sapere che:
"Il ricorso contro Roberto Formigoni (per la sua elezione a Presidente della Regione Lombardia) è stato assegnato al giudice Alda Maria Vanoni presidente di Sezione del Tribunale di Milano, la prima udienza è stata fissata per il giorno 8 luglio 2010 al Tribunale di Milano"

Direi che è una buona notizia, ora speriamo che la giustizia faccia il suo corso e non intervengano dall'alto dei vergognosi impedimenti o delle vergognose corruzioni.
Viva la legalità!

Per chi non conoscesse la vicenda, rimando a questo post.

Politiche nucleari europee, alcuni esempi

Riporto un articolo interessante e piuttosto esplicativo che ho trovato girando qua e la nei forum.
Questo appoggia pienamente la mia idea (e spero quella di molti altri) di uno sviluppo ecosostenibile dell'energia, tramite le rinnovabili. Ancora è molta la strada da fare verso questa direzione e ancora molti sono gli ostacoli che incontreremo a causa delle lobby planetarie. Ma sono sicuro che un giorno ce la faremo!
Sintetizzando l'articolo, descrive (in breve) le politiche energetiche (parlando di nucleare) di 4 stati europei: Francia, Svezia, Germania e Austria.

"The others" ... il nucleare degli altri è sempre più verde

Una delle osservazioni che più frequentemente mi sento rivolgere mentre raccolgo le firme contro il nucleare in Italia si può riassumere nelle domande: "Se le hanno gli altri perché non dovremmo averle noi? In fondo siamo circondati dal nucleare, perché non volerlo anche noi?". Domande che trovo assolutamente pertinenti e meritevoli di risposte senza pregiudizi. Per questo ne parlo oggi al posto della solita cronaca di una settimana difficile. Certo sarebbe facile rispondere: "Se fossimo circondati di ladri non è che li vorremmo in casa anche noi!"
Oppure, a proposito del fatto che la maggioranza ha sempre ragione, potremmo mutuare uno dei baluardi linuxiani (a proposito del numero “esiguo” di sistemi operativi linux a fronte di MSWindows) che dice: "Miliardi di mosche mangiano merda … si vede che è proprio buona!".
La prima osservazione da fare è che “gli altri” non sono affatto tutti uguali. Ci sono “altri” e “altri” e non sarebbe corretto mettere sotto la stessa etichetta la Francia, la Germania, la Svezia e l’Austria.

Partiamo dalla Francia, le cui vicissitudini nucleari non sono sempre state felici. E' stata traumatica, ad esempio, l’esperienza del Superphenix (recuperati meno di due miliardi di franchi francesi dei 60 investiti, un terzo dei quali a carico dei contribuenti italiani!). Un altro esempio negativo si avvia ad essere la centrale EPR di Flamanville (Normandia) con molti ritardi e aumenti dei costi come tutte le centrali con reattori AREVA “di ultima generazione”.
La politica nucleare francese non nasce dal civile, ma dal militare negli anni successivi alla guerra, grazie ai crediti che il paese aveva come vincitore del conflitto. Gli investimenti militari della Francia sono tra i più elevati al mondo, quasi il doppio di quelli della maggior parte degli altri paesi europei (2,5% del PIL = 40 miliardi euro nel 2006). La Francia è dipendente dal nucleare per quanto riguarda la produzione di energia elettrica. Quasi l’80% di questa deriva dai 58 reattori operanti sul suo territorio. Questo sviluppo abbastanza anomalo per un paese non di enormi dimensioni (solo gli USA hanno più reattori dei francesi) è legato al fatto che gli investimenti negli anni 60 arrivarono a questo settore "di rimbalzo" da quello militare. Bisogna rendersi conto che questa è una scelta legittima. Se uno imposta la propria politica energetica in una direzione va bene così. Contenti loro, contenti tutti. Voglio ricordare, lo dico così di sfuggita, che anche la Francia deve far funzionare i forni, i motori a scoppio, le fabbriche. Lo fa usando combustibili fossili come tutti gli altri, combustibili che importa dall’estero come tutti gli altri. L’80% dei combustibili usati in Francia (compreso l’Uranio) vengono comprati da fuori, più o meno come l’Italia. Certo la Francia è un caso abbastanza particolare nel panorama mondiale dei produttori di energia elettrica da nucleare, ma ... Nessuno sa oggi dove mettere e come custodire le scorie nucleari prodotte in quantità mostruosa. Nel 2009 (in dodici mesi) ci sono stati 9 incidenti alla “filiera nucleare” francese. L'energia elettrica costa meno che da noi, ma più di altri paesi dove il nucleare non c'è (ad es. Ungheria e Grecia).

C’è poi un secondo tipo di paesi "nuclearisti", quelli che hanno sì sviluppato una politica energetica ‘atomica’, ma affiancata ad altre risorse, in modo da avere un mix vario. Prendiamo ad esempio la Svezia, che possiede 10 centrali nucleari piuttosto vecchie e da mandare in pensione
entro breve.
Nel 1980 (quindi ben prima di Cernobyl ma all’indomani dell’incidente gravissimo di Three Miles Island) un referendum impose al governo svedese di provvedere alla chiusura delle
centrali esistenti entro il 2010. Il patto venne tenuto per buono fino a quando l’attuale governo di centrodestra non ha deciso di tornare a costruire centrali nucleari, sostituendo quelle vecchie con altre nuove. La storia tuttavia non finisce qui perché il dibattito è in corso e la gente
non è affatto d’accordo (il 74% secondo una recente indagine). Quest’anno comunque ci saranno le elezioni e se la maggioranza non venisse confermata è già scontato che questa decisione verrà buttata via. Ma non è questo il punto. Il punto importante è che la Svezia produce solo
il 40% dell’energia elettrica attraverso il nucleare, la maggior parte del resto viene prodotta con fonti rinnovabili, con largamente in testa quella idroelettrica. Anche la bolletta elettrica svedese è più leggera di quella italiana. Questo conferma che la quantità di reattori presenti sul territorio conta molto ma molto meno di una buona politica energetica per ridurre i costi a carico dei cittadini. Va anche ricordato che l'incidenza delle tasse svedesi sul costo energetico è superiore alla nostra.

In questo filone di stati ci mettiamo anche la Germania, che però ha una storia un pochino differente. Dagli anni ’80 nasce in questo paese una politica energetica condivisa, che ha il suo fondamento in tre capisaldi: la riduzione degli sprechi energetici, lo sviluppo delle energie da fonti rinnovabili e l’abbandono progressivo del nucleare. In particolare per ognuna delle sue 26 centrali vengono fissate le date di “chiusura”. In questa fase c'è una contrattazione con gli industriali del settore che riescono a strappare qualche anno in più rispetto a quello previsto dalla politica. Il risparmio energetico è rivolto soprattutto al riscaldamento delle
abitazioni. Nascono leggi sulla quantità di gasolio o gas da poter utilizzare per metro quadro e all’anno nel riscladamento, con valori che sono molto ma molto più bassi di quelli precedenti (e dei nostri attuali). E così si sviluppa tutto una catena di ricerche e di industrie che lavorano a
rendere le case sempre più "passive", cioè con sempre meno esigenze di energia. Nascono le classi per il consumo energetico delle abitazioni come quelle degli elettrodomestici. E’ una grande rivoluzione che impone la ricerca di materiali sempre meno energivori, di soluzioni sempre più verdi che vanno dai pannelli fotovoltaici alle pale eoliche, ai micro-cogeneratori a biomasse. Una casa di massimo risparmio (la classe gold) consuma 15 volte meno di una casa media italiana. Oggi una normativa simile è arrivata anche da noi, 30 anni dopo. E’ la cosiddetta "certificazione energetica" che pochissimi proprietari vogliono fare, pur essendo obbligatoria, "tanto nessuno controlla". Le leggi tedesche adeguano nel tempo (1991) i valori dei consumi permessi, visto che la tecnologia progredisce e si può fare ancora meglio. Nel 2000 una legge votata dal 90% dei parlamentari tedeschi stabilisce modi e criteri per le sovvenzioni e gli incentivi a chi produce
energia con il sole, il vento, gli alberi. E il paese diventa un grande laboratorio di sostenibilità.
Ecco, mentre noi non sappiamo cosa succederà martedì prossimo, la Germania ha varato un piano energetico di lunghissima durata (trent’anni), una specie di "exit strategy" per sostituire il nucleare con qualcosa di meglio, di meno rischioso, di meno costoso e di rinnovabile. Fino ad oggi sono stati chiusi 14 reattori e la dismissione continuerà fino al 2022, quando è prevista l’uscita definitiva dal nucleare. E’ vero anche che l’attuale governo tedesco di Angela Merkel ha sollevato alcune perplessità al riguardo e che esiste un dibattito politico sulla possibilità di posticipare questa “uscita”, ma lo stesso cancelliere tedesco ha ribadito molte volte che la Germania centrerà senza alcun problema l’obiettivo 20-20-20 previsto dagli accordi internazionali della UE. Attualmente il 16% dell'energia tedesca è verde. La quota di gas serra abbattuta è del 18% ... e hanno ancora 10 anni per arrivare al 20%! L’Italia invece mobilita i senatori della maggioranza per dire che quello della CO2 è solo una bufala inventata dagli scienziati per farsi pubblicità. E invitano la UE a togliere il vincolo. Tutti ci guardano come se fossimo dei pazzi e sorridono come si fa con quelli che non sanno quello che fanno.
Attualmente il 25% dell’energia elettrica tedesca è prodotta con il nucleare.
Tuttavia ciò che una decisione supportata dai fatti e dal senso dello stato ha prodotto è stato quello che oggi abbiamo sotto gli occhi. Un paese che ha una quantità di solare di vario tipo enormemente più grande dell’Italia, della Spagna, della Grecia, cioè dei paesi che fanno del sole il loro emblema nei depliant di pubblicità. Una nazione che ha investito pesantemente nell’eolico soprattutto nel Nord del Paese, nel mare del Nord dove i venti sono ideali per questo tipo di produzione di energia. Una nazione che ha saputo usare le biomasse in modo intelligente, attraverso cogeneratori domestici o condominiali e non usandole per imbrogliare i cittadini, coperti da uno stato altrettanto imbroglione che ha inventato i CIP6 e i certificati verdi.

Chiudiamo il giro di orizzonte con l’Austria.
Su questo paese girano delle voci veramente assurde e prive di qualsiasi fondamento. Acegas APS e i suoi soci del comune di Padova, per promuovere l’inceneritore di S. Lazzaro (in occasione della disgraziata apertura della terza linea) avevano realizzato un depliant, con in prima pagina un elogio dell’inceneritore di Vienna, "posto in centro città e del quale nessuno si
lamenta".
Bugiardi e ignoranti!
Perché, se conoscessero almeno un po’ la storia di questo paese, si guarderebbero bene dal pronunciarne il nome associandolo a porcherie simili. In Austria c’è un solo inceneritore (Spittelau a 5 km dal centro di Vienna) abbastanza piccolo e che ormai è più un’attrazione turistica che altro. Costruito negli anni 60 è poi stato abbellito da un famoso architetto
austriaco che ne ha fatto una specie di monumento. L’Austria ricicla quasi il 70% dei propri rifiuti e non ha bisogno di inceneritori. Beati loro! E il nucleare? Nel 1978 fu terminata la costruzione di una prima centrale nucleare da circa 800 MW. Appena terminata un referendum
popolare ne ha bloccato l’accensione chiamando il paese a uscire da ogni politica nucleare. Eppure anche l’Austria è circondata da paesi nuclearisti (Svizzera, Germania, Slovenia). Va sottolineato che nel 1978 nessuno dei grandi incidenti era ancora accaduto; si trattava insomma di una scelta
limpida e cristallina. La posizione austriaca è chiarissima. Ecco la dichiarazione di Ronal
Egger uno dei principali ambientalisti austriaci: “Il nucleare pone problemi non risolti, come lo stoccaggio finale. Non esiste al mondo un deposito definitivo di scorie radioattive. Inoltre gli incidenti continui che avvengono nelle centrali dimostrano che la tecnologia nucleare è una tecnologia ad alto rischio."
E questa è la posizione condivisa ancora oggi dalla grande maggioranza dei cittadini austriaci.
L’Austria usa in grande quantità fonti rinnovabili. Quali? Le biomasse prima di tutto. Ci sono foreste intere che vengono curate come un bambino piccolo perché possano produrre combustibile in modo sostenibile per riscaldare le case. Ci sono coltivazioni adatte per l’olio di colza che muove i trattori di intere valli. E poi c’è l’idroelettrico particolarmente sviluppato sia come grandi centrali che come impianti più piccoli a salto o ad acqua fluente (fiumi). L’Austria è il secondo produttore europeo di energia da idroelettrico dopo la Norvegia. Se non l’avete presente guardatevi una cartina dell’Europa e confrontate le dimensioni di questo paese con quello degli altri.
Abbiamo detto più volte che il discorso sulle biomasse dev’essere fatto con grande attenzione, rispettando la biodiversità, non sottraendo cibo e non innescando giri di profitti assurdi come avviene spesso da noi. Credo che la situazione austriaca si possa riassumere nella frase di Karl Totter – Fondatore della Cooperativa Seeg che gestisce fonti rinnovabili: "Il concetto è abbastanza semplice. Ogni regione produce materie prime; queste materie prime devono essere valorizzate nella regione e consumate nella regione."
E i problemi politici legati alle diverse idee di schieramenti opposti? In Austria non sanno nemmeno cosa sono. Jopseph Galler, sindaco di Mureck, uno dei centri più importanti nella produzione della colza, sostiene: "Sì, diciamo che per quanto riguarda le bioenergie, tutti i partiti seguono la stessa linea. Questa politica è sostenuta dall’intera popolazione e ciò si rispecchia anche nel consiglio comunale, dove siamo tutti d’accordo."
Esattamente come da noi, o no? Abbastanza? Nemmeno per sogno. L’Austria, nel 1999 ha inserito la rinuncia al nucleare nella propria Costituzione ... noi ci infiliamo i lodi Alfano ...
Della vecchia centrale nucleare del 1978 non è rimasto che l’edificio vuoto. Ma di recente (2005) è stato acquistato da EVN, un’azienda che produce energia nella Bassa Austria. Produrrà a breve energia attraverso pannelli fotovoltaici. Tutt'attorno infatti ci sono 14 ettari da utilizzare. La loro bolletta è più leggera di quella italiana (circa 60%, dati 2007), pur in presenza di una tassazione più elevata. Adoro questo paese!
Ecco! Questo succede in alcuni degli "altri" stati europei. Quando viene qualcuno a dire "Ma noi abbiamo le centrali nucleari al confine" non possiamo dargli torto, ma se non è un pirla cerchiamo di spiegargli cos’altro c’è là fuori di cui dovremmo tenere conto. Siamo bravissimi a copiare le cazzate e ci rifiutiamo sempre di prendere quel tanto che di buono è sotto gli occhi di tutti. La politica energetica di un paese non può avere origine dalla tecnologia, ma dalle scelte di come vogliamo sia il futuro della nazione, dei suoi abitanti, che sono molti ma molti milioni di più di quelli che avranno utili e profitti dal fatto di privilegiare una strada rispetto all’altra.
Sostengo da sempre che il problema del nucleare italiano (quello di Berlusconi e di Scajola per capirci) non deve diventare una questione ideologica e che essere a favore del nucleare non è affatto un peccato. Solo che credo si debbano valutare tutte le conseguenze: economiche, ambientali, di sicurezza. In particolare mi sembra che la spesa (molto grande) non abbia senso in questo momento nel nostro paese. E che poi comunque le spese non sono mai finite, perché i nostri nipoti si troveranno a pagare lo smantellamento di centrali morte per mancanza di combustibile esattamente come noi stiamo pagando da vent’anni lo smantellamento delle
nostre centrali morte, quelle di Caorso, di Trino e così via quasi senza accorgercene. SOGIN docet.


Conclusioni: come già detto nell'articolo, di buoni esempi ce ne sono molti, ma spesso si preferisce copiare la cazzata. Questo avviene a causa delle "influenze" delle lobby (corruzione a gogo). Come fare per cambiare questa tendenza? Beh, la soluzione più semplice è quella di scegliere meglio alle prossime elezioni (qualcuno che abbia una minima levatura morale, e un minimo di amore verso il cittadino che rappresenta). Ci sono dei partiti "nuovi" che hanno molte buone candidature, perchè non votare quelli invece dei soliti noti?

Segnalo questo mio "vecchio" post.

Il MoVimento 5 Stelle presenta il ricorso contro Errani

E finalmente anche nella regione Emilia-Romagna il Movimento 5 Stelle si è mosso in favore della legalità politica. E' stato finalmente presentato il ricorso contro l'elezione a presidente della regione Emilia-Romagna di Vasco Errani a seguito della sua evidente ineleggibilità, dopo che pure in Lombardia era stato presentato il primo ricorso contro l'ineleggibilità di Roberto Formigoni.

Speriamo che venga fatta giustizia almeno questa volta!!!


martedì 1 giugno 2010

L'attacco israeliano a Free Gaza Movement

Ieri 31 maggio 2010 alle ora 4.30 del mattino, è successa una cosa alquanto deplorevole.
Lo stato d'Israele ha assalito in acque internazionali una "flotta" di navi del Free Gaza Movment cariche di aiuti umanitari (10 tonnellate di aiuti tra medicine, cibo, vestiti, sedie a rotelle, cemento, ecc.) diretti verso la striscia di Gaza, che è da anni isolata dal mondo intero a causa di Israele. I palestinesi "residenti" in quella zona vivono in condizioni pietose, ed è a loro impedito di commerciare, fabbricare e possedere praticamente qualsiasi cosa; dai vestiti ai giocattoli, solo di recente sono state ammesse le scarpe!!! La lista delle cose proibite è molto simile alle liste naziste che proibivano beni di qualsiasi genere nel ghetto di Varsavia. Gli oppressi diventano gli oppressori, è incredibile come non si impari mai niente dalla propria storia.

Tornando al discorso principale, gli israeliani hanno effettuato questo attacco perchè secondo loro quella flotta di aiuti umanitari era pericolosa ed era piena di terroristi. Certo, era pericolosissima, avrebbe aiutato delle persone "ghettizzate" dagli israeliani, e questo non può andare bene all'oppressore.

In questo assalto da 9 a 19 civili hanno perso la vita, molti sono stati feriti, più di 600 persone sono state arrestate dalle autorità israeliane, le navi sono state sequestrate. Queste persone provengono da circa 40 nazioni diverse, tra cui pure 6 italiani.

Dopo questo fatto certamente non sono mancati i commenti delle varie autorità mondiali. La NATO, l'ONU, ma soprattutto la Turchia (alleata di Israele) hanno condannato questo eccesso di crudeltà, inoltre sono nate alcune manifestazioni (molto forti in Turchia) davanti alle ambasciate israeliane. L'ONU ora sta avviando un'indagine imparziale ed accurata per capire precisamente cos'è successo. Anche se è ben evidente cos'è successo.

Vi propongo 2 video.
Questo primo video è una ripresa dell'esercito israeliano sull'assalto. All'incursione i naviganti rispondono con la violenza, tentando di difendere la loro missione umanitaria.


Questo video invece è un'intervista telefonica fatta dal blog di Beppe Grillo a Greta Berlin, una rappresentante del Free Gaza Movement. Penso che sia ampiamente condivisibile ciò che viene detto dall'intervistata.


Inoltre vi propongo questo link a Repubblica.it, in cui ci sono gli aggiornamenti "in diretta" sul caso.
 
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