venerdì 18 giugno 2010
Attentato alla Costituzione
Con dichiarazioni pubbliche e inequivocabili, fatte il giorno 9 giugno 2010, come documentato dalla libera stampa allegata, il presidente del consiglio dei ministri «pro tempore», Silvio Berlusconi ha definito «inferno» le garanzie stabilite dalla Carta Costituzionale e ha continuato a denigrare le istituzioni di garanzia come la Corte Costituzionale dello Stato, incorrendo così – e non è la prima volta – nel reato di attentato contro la Costituzione e organi costituzionali, in forza della legge n. 85 del 24 febbraio 2006 che ha modificato il codice penale e in particolare gli artt. 283 (Attentato contro la Costituzione dello Stato) e art. 289 (Attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali). La violenza si evince dalla virulenza delle parole accompagnate dalla mimica corporea che solo in video è possibile valutare.
Questo insulto ultimo in ordine cronologico contro le Istituzioni di garanzia, a mio parere, rendono inadatto a governare chi le pronuncia che ha il dovere di essere garante della difesa della Carta costituzionale sulla quale ha avuto anche l’impudenza di «giurare» più di una volta, configurando così il suo modo di concepire il governo inficiato anche dall’immoralità dello spergiuro.
Io, Paolo Farinella, prete, cittadino italiano, datore di lavoro in quota non elettore del sig. Berlusconi Silvio e quindi all’opposizione, pretendo che egli sia, si comporti e parli all’altezza del mandato «pro tempore» che ha ricevuto per esercitare un servizio alla Nazione come prescrive l’art. art. 54 della Carta Costituzionale: «Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge». «Disciplina e onore» significa rispetto e ossequio non stravolgimento e insulto, compostezza istituzionale e responsabilità del ruolo non denigrazione e attacchi sempre più virulenti di tutte le forme di garanzia che sono i cardini dei uno Stato democratico.
Poiché le esternazioni, al limite della patologia, sono avvenute in pubblico, davanti a centinaia di persone, con la presente segnalo a codesta Procura di volere verifica se non esiste un reato di attentato allo Stato per dileggio sistematico, recidivo e recrudescente della Suprema Legge che regola l’equilibrio dei poteri costituzionali garantiti, quell’equilibrio che il suddetto non ha né potrà mai avere perché immerso nel suo «peccato originale»: il culto di se stesso come via per instaurare in Italia una forma di dittatura senza Costituzione.
Poiché sulla Costituzione il presidente del consiglio dei ministri e tutto il suo governo hanno giurato promettendo «fedeltà e leale osservanza» come recita la formula: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione» prescritta dall’art. 1, comma 3, della legge n. 400/88.
Il giuramento non è un atto di mero protocollo, ma rappresenta l’espressione del dovere di fedeltà che incombe in modo particolare su tutti i cittadini ed, in modo particolare, su coloro che svolgono funzioni pubbliche fondamentali (in base all'art. 54 della Costituzione). Infatti la data del giuramento è discriminante perché costituisce l’invalicabile «terminus a quo» da cui cominciare a contare i dieci giorni entro i quali, il Governo è tenuto a presentarsi davanti a ciascuna Camera per ottenere il voto di fiducia. Il fatto è così evidente che il Presidente del Consiglio e i Ministri assumono le loro responsabilità non dal momento della fiducia, ma dal preciso istante in cui con il giuramento davanti al Capo dello Stato, questi firma il decreto di nomina, prima ancora della fiducia.
Tutto ciò premesso e considerato, chiedo a codesta Procura di volere procedere a termini di Legge. Si allegano alcuni quotidiani del giorno 10 giungo 2010 che dedicano ampio spazio alla violenza oratoria con cui il Presidente del Consiglio dei Ministri ha violentato e deturpato pubblicamente la Carta Costituzionale Italiana, di cui io e molti altri andiamo fieri.
Genova 10 giungo 2010
Paolo Farinella, cittadino sovrano, prete
Questa è la richiesta di, appunto, Paolo Farinella, cittadino sovrano, prete. Un ottimo riassunto.
Cittadino Sovrano, sovrano come tutti noi, o come dovremo essere tutti noi.
Lui ha avuto il coraggio di fare una cosa del genere, forse dovremo farlo tutti insieme.
Non è più possibile rimanere in questo clima di illegalità, perchè appunto illegale è quello che ha fatto finora il premier e non solo lui...
L'attentato alla Costituzione è una legge prevista nel nostro codice penale, e "casualmente" è stata modificata proprio nel 2006 dal "nostro" amatissimo governo Berlusconi III, dopo che era rimasta immutata dal 1947.
Quello che avete visto nel link sovrastante è quello che prevedeva la vecchia (e che prevede la nuova) legge.
Come avrete visto la pena è stata abbondantemente diminuita.
Da "minimo 12 anni" a "minimo 5 anni". D'altronde quando mai le pene sono aumentate con questo governo?
L'unico tentativo di aumentare la pena, che io sappia, è stato fatto in una legge in cui si prevedeva l'aggravante di clandestinità, ovviamente e giustamente è stata bocciata poichè è incostituzionale (viola gli articoli 3 e 25 della Costituzione), e ci credo bene, se fosse passata serebbe stata una legge piuttosto razzista, a mio modo di vedere le cose. Caspita quante leggi incostituzionali che sta facendo questo governo! Mi sorge spontaneo il dubbio che chi fa le leggi si dimentichi della Costituzione, la nostra legge primaria e fondamentale. O forse è una dimenticanza voluta?
Probabilmente è voluta, dato che a chi governa questa Costituzione non piace.
Per concludere con il discorso della legge sull'attentato alla costituzione, faccio notare che è stata inserita la frase "con atti violenti", ecco come la scamperanno quei pagliacci che la denigrano ogni giorno.
Avete capito perchè si chiama popolo delle libertà? Libertà dei delinquenti, mi pare ovvio!
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