Mercoledì 7 luglio 2010, a Roma 5000 terremotati abruzzesi manifestano pacificamente per avere qualche aiuto dal governo, che già dopo qualche mese dalla tragedia si era dimenticato dell'esistenza de L'Aquila.
La gente reclama i propri diritti, urla, ma non picchia. Nessuno vuole fare danni, dato che di danni subiti i terremotati ne sanno qualcosa.
Il governo evidentemente non vuole ascoltare, come al solito, e in rapidissimo tempo arriva la "Celere", la polizia. Nessuno ha ancora alzato le mani, nessuno ha fatto niente. Ma come d'improvviso un lampo di genio, un poliziotto inizia a menare il manganello per aria, dopo di lui seguono tutti gli altri, la prima fila di manifestanti viene sistematicamente picchiata. Per fortuna tutto si placa in pochi secondi, anche se i feriti non mancano, 2 persone hanno "guadagnato" ben 30 punti in testa, gli altri probabilmente "solo" qualche livido e un grande spavento.
Questo è uno dei terrificanti video di questo attacco su Youtube:
La gente chiede i propri diritti, il governo risponde a manganellate.
E' evidente che non siamo più in uno stato democratico, nessuno ha più il diritto di manifestare il proprio dissenso e le proprie necessità.
Sia chiaro, con questo non voglio promuovere odio e violenze, ma è necessaria una grande riflessione e un periodo di manifestazioni serie da parte della gente. Stiamo rapidamente perdendo i nostri diritti per strada, perderemo anche le nostre vite?
Vedi il secondo video di questo vecchio post, per saperne di più sulle attuali condizioni de L'Aquila.
venerdì 9 luglio 2010
Manifestazione degli abruzzesi a Roma, la polizia attacca.
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